Barcellona-Napoli, è la notte dell'orgoglio blaugrana: «Vinciamo per Xavi»

Da Ter Stegen a Lewandowski, i big fanno quadrato

Il baby fenomeno Lamine Yamal
Il baby fenomeno Lamine Yamal
di Bruno Majorano
Martedì 12 Marzo 2024, 07:21 - Ultimo agg. 19:00
4 Minuti di Lettura

Una cosa è certa: per passare il turno bisognerà vincere. Non servono troppi calcoli. Da quando lo scorso anno è stata eliminata la regola dei gol in trasferta che valgono doppio, l'1-1 del Maradona mette di fatto il Barcellona nella condizione di avere un solo risultato per staccare il biglietto per i quarti di finale. Certo, in caso di pareggio al 90’ si andrà ai supplementari e poi eventualmente ai calci di rigore, ma di sicuro non avrà senso chiudersi e adagiarsi su quel gol segnato a Napoli. 

Insomma, per passare il turno bisognerà segnare un gol più del Napoli. E in questo senso il Barcellona parte avvantaggiato perché nelle ultime partite Xavi ha sistemato la difesa, a differenza degli azzurri che invece hanno sempre concesso almeno una rete agli avversari. «Vogliamo mantenere la porta a imbattuta anche stavolta», precisa Marc-André Ter Stegen, gigante portiere tedesco del Barcellona.

Dopo nove anni in Catalogna è diventato una sorta di istituzione locale. Anche dalle sue parate passeranno le sorti della sua squadra, perché il Napoli fa della fase offensiva (tra Osimhen e Kvara) il suo grande punto di forza. «All'andata abbiamo difeso molto bene dalle loro 3 punte, cerchiamo sempre di togliere le opportunità di gol, ma ne crearono una e prendemmo gol. Faremo in modo che non abbiano opportunità e proveremo a rendergli le cose difficili», specifica il portiere che però non si nasconde, così come non nasconde gli umori all'interno dello spogliatoio. «Tutti noi vogliamo passare, pensiamo solo a quell'obiettivo. C'è entusiasmo, vogliamo vincere», dice con sicurezza. Alla faccia delle assenze che pure nel Barcellona ci sono e sono anche pesanti. All'appello mancheranno de Jong, Gavi e Pedri, mentre Raphinha ha recuperato dalla botta alla caviglia ma non è nelle condizioni ideali. «Abbiamo perso giocatori importanti, soprattutto a centrocampo, credo che la sfida sarà equilibrata ma abbiamo uomini in grado di fare la differenza. Sarà un'occasione per dimostrarlo, poi giochiamo in casa e veniamo da partite che ci lasciano ben sperare».

Ecco, l'effetto stadio sarà meno impattante rispetto ai due precedenti recenti tra Napoli e Barcellona. Perché non si giocherà nel «mitico» Camp Nou, uno stadio che fa paura anche solo a pronunciarne in nome. Si giocherà allo stadio olimpico Lluís Companys sul Montjuic, uno stadio che ai tifosi del Barcellona non fa impazzire, come dimostrato dal fatto che quest'anno non sempre è stato registrato il tutto esaurito. L'effetto ambientale sarà meno forte, questo è poco ma sicuro, e il Napoli proverà ad approfittarne, mentre il Barcellona si affida alla spensieratezza dei suoi giovani, Cubarsì e Yamal su tutti: 33 anni in due. Sono solo gli ultimi prodotti della Cantera che come da tradizione sforna talenti in serie, un vero e proprio serbatoio inesauribile per il presente ma anche per il futuro, visto che quelli che non restano in squadra in pianta stabile diventano un patrimonio per fare cassa. 

@ilmattino.it «Servirà coraggio» dice #Calzona prima di #BarcellonaNapoli! ⚽️ Una partita tutta da vivere con le ultime dal campo. Per una notte da sogno! ✨ #IlMattino #ChampionsLeague ♬ suono originale - Il Mattino

Senza de Jong, Gavi e Pedri tutto il peso dell'attacco sarà posato sulle spalle larghissime di Robert Lewandowski. Il polacco è già andato a segno stappando la gara del Maradona all'andata e Xavi si affida alla sua esperienza internazionale per mettere in cassaforte il passaggio del turno questa sera contro il Napoli. Per il resto le scelte son pressoché obbligate, con l'unica vera novità costituita da Joao Felix, destinato a una maglia da titolare nel tridente offensivo, largo sulla sinistra ma con licenza di accentrarsi e calciare. In casa Barcellona fa ancora discutere l'annuncio di addio di Xavi per la fine della stagione. «Mi è dispiaciuto», ha detto Ter Stegen. «Siamo anche noi responsabili della decisione, ma le cose non si fermano, bisogna dare il massimo anche per lui, è un grande allenatore, ci ha portato fin qui dopo diversi anni e sta lavorando molto bene per farci competere ogni 3 giorni. È difficile accettare l'addio come giocatore ma anche come amico». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA