Comandini, l'ex bomber da 30 miliardi è un dj. «Ho mollato il calcio ma ho girato il mondo»

Comandini, l'ex bomber da 30 miliardi è un dj. «Ho mollato il calcio ma ho girato il mondo»
Giovedì 19 Febbraio 2015, 23:16 - Ultimo agg. 23:17
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Da attaccante a deejay. È il percorso di Gianni Comandini, ex centravanti di Serie A che ha indossato tra le altre le maglie del Milan, dell'Atalanta, del Vicenza e del Genoa. Fu il trasferimento in maglia bergamasca a fare scalpore per i 30 miliardi di lire spesi per acquisirne le prestazione che, tuttavia, non si rivelarono all'altezza con sole 9 reti in 4 stagioni.







Per l'Atalanta si trattò, e lo è tuttora, l'acquisto più costoso della sua storia. Un vero e proprio flop. Ma adesso la vita di Comandini è completamente cambiata. Vive nella sua Cesena, ha 37 anni e non fa più parte del mondo del calcio.
Fa il deejay in un teatro dell'800 che lui stesso 12 anni fa ha ristrutturato insieme a degli amici.



"Faccio il deejay - ha detto al Corriere.tv - Ho cambiato completamente vita, ora seguo il mio locale e mi diverto a mettere i dischi. I 30 miliardi pagati dall'Atalanta per il mio cartellino? Era un altro mercato, quello, vivevamo un'altra situazione economica. Oggi certe cifre non si sentono più".



Lasciò il calcio molto presto, a soli 28 anni. "È vero che si tratta di un ambiente bello ed emozionante - spiega - ma allo stesso tempo è anche un mondo molto impegnativo, dove gli equilibri non sempre sono molto umani. Questa cosa, alla lunga, mi aveva stancato. A un certo punto non mi sono più sentito a mio agio, così ho deciso di salutare tutti e di mettermi uno zaino in spalla e di iniziare a girare".



Un lungo viaggio in giro per il mondo, una nuova passione. "Sono stato in Brasile più volte per un totale di sei mesi - racconta - poi Costa Rica, Messico, Nuova Zelanda, Australia, Sri Lanka. Mi sono innamorato della tavola da surf: con lei non ci sono regole, non ci sono obblighi. E' uno degli sport che esprime maggiore libertà, proprio quella che stavo cercando".



Poi il ritorno a casa e alle origini. "Ho viaggiato tantissimo - ricorda - ma poi, alla fine, sono tornato a quella che era la mia passione da ragazzino: la vita del Dj. Lì ho potuto riassaporare il gusto del rock che ho sempre amato: AC/DC, Red Hot Chili Peppers, qualche spruzzata di Queen. Tutto molto classico, lascio a quelli bravi la possibilità di andare nelle nicchie".



Sul calcio di oggi, spende una parola per l'ultima bandiera del nostro campionato. "Totti è più vecchio di me e gioca ancora? E' vero, ogni tanto ci penso. Ma penso anche che la vita sia fatta di cicli: per qualcuno, come Totti, il calcio è una parte importantissima; per me, invece, è stata solo una parentesi: bella e indimenticabile, ma solo di una parentesi si è trattata. Sono comunque riconoscente a questo mondo perché mi sta permettendo di vivere oggi la vita che avrei voluto vivere, senza far mancare niente ai miei due figli. Se mi chiederanno cosa fare da grandi, gli consiglierò di diventare surfisti".