Sassuolo-Roma, Mourinho:
«Giocano Ibanez più dieci»

Il tecnico alla vigilia della gara contro il Sassuolo conferma il difensore brasiliano dopo l'errore nel derby: «È intoccabile. Non voglio piangermi addosso ma i nostri uomini mercato non stanno giocando»

Roma, Mourinho: "Domani gioca Ibanez con altri dieci. Abraham assente? Chiedete a lui il perché"
Roma, Mourinho: "Domani gioca Ibanez con altri dieci. Abraham assente? Chiedete a lui il perché"
di Gianluca Lengua
Martedì 8 Novembre 2022, 16:27 - Ultimo agg. 20:57
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José Mourinho tiene una conferenza inedita alla vigilia del turno infrasettimanale. Il motivo? Difendere la squadra dopo il derby perso: «Domani Ibanez più dieci. Per me è intoccabile. Non c’è storia». Poi torna sulle recenti difficoltà: «Se guardi l’ultima partita nostra, se non sbaglio abbiamo giocato con la stessa squadra dell’anno scorso con Camara nella posizione di Mkhitaryan. Questo significa che il bel mercatino che abbiamo fatto con sforzo, dedizione, sacrificio e lavoro non sta giocando». Ecco la conferenza stampa integrale alla vigilia della partita contro il Sassuolo. 

Che reazione si attende a Reggio Emilia contro il Sassuolo? Volpato può essere il sostituto da Pellegrini? È vero che ha rinunciato al Mondiale per lasciare la porta aperta all’Italia?

«L’unico giocatore che confermo domani è Ibanez. La squadra di domani è Ibanez più dieci. Volpato nazionale: è una questione personale e non di società. Io come allenatore mi rifiuterei a entrare con un giocatore, anche se giovane, in una situazione di questo tipo. Questo è l’inizio della sua carriera, sta crescendo con la Roma, sta giocando i suoi primi minuti consecutivi, è in un processo di crescita in cui si deve concentrare nella costruzione del suo futuro e non pensare a questo tipo di decisione. Magari qualcuno vuole anticipare un processo che non deve essere accelerato. La reazione che mi aspetto è quella di sempre quando la squadra perde la partita. È una squadra che soffre quando perde, siamo una squadra che ogni volta che perde un giocatore ha difficoltà, perché alla fine arriva sempre qualcosa.

Mi aspetto una partita difficile, il Sassuolo quest’anno secondo me ha più talento. Mi aspetto da parte dei miei tutto lo sforzo possibile per tornare a sorridere che è qualcosa che non facciamo da due giorni».

Torno su Ibanez…

«Non c’è nulla da tornare. Domani Ibanez più dieci. Al di là della domanda la risposta è questa. rispetto per chi dal giorno in cui sono arrivato a oggi dà tutto quello che ha in situazioni di difficoltà. L’anno scorso c’è stato un periodo in cui era l’unico difensore centrale. Quest’anno siamo andati a Siviglia ho pensato che fosse impossibile che giocasse, ci mette sempre la faccia. Per me è intoccabile. Non c’è storia. Una cosa che mi aiuta è leggere pochissimo stampa e social media zero. Al di là del mio Instagram non leggo niente. Domani lui più dieci». 

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Come mai fuori casa c’è una striscia di vittorie rispetto alle partite in casa?

«In tre partite casalinghe non abbiamo segnato: Napoli, Atalanta e Lazio. Sono tre partite. Posso piangere un pochino anche io, perché gli altri allenatori piangono e devo piangere anche io. Tre partite senza il giocatore più creativo, con più mobilità in campo, che può aprire il blocco compatto e basso. L’Atalanta ha giocato così, della Lazio nemmeno parliamo perché se sono io a giocare così mi uccidono. Io ho vinto tante partite nella mia carriera e ho giocato così. Quando manca quel giocatore lì è difficile. Il Napoli ha cercato di vincere, poi ha difensori bravi. Se guardi l’ultima partita nostra, se non sbaglio abbiamo giocato con la stessa squadra dell’anno scorso con Camara nella posizione di Mkhitaryan. Questo significa che il bel mercatino che abbiamo fatto con sforzo, dedizione, sacrificio e lavoro non sta giocando. Il nostro uomo fondamentale (Dybala ndr) non gioca non so da quante partite. Contro l’Inter ha fatto gol e abbiamo vinto, contro la Juve ha fatto assist e abbiamo pareggiato. Poi c’è Lorenzo che è più multifunzionale, è l’altro che ha la luce che si accende. Lui gioca troppi minuti, è in difficoltà, ha delle fragilità muscolari. Non può essere sempre al 100%. Lo scorso anno abbiamo impiegato 15 giornate per fare 25 punti, quest'anno 13: significa che se facciamo punti con Sassuolo e Torino potremo averne due, quattro, sei in più. Con tutte queste difficoltà siamo lì e facciamo il nostro lavoro. Cerchiamo di combattere i nostri problemi, ma non possiamo nasconderli». 

 

È soddisfatto dell’evoluzione dei giocatori dopo la finale di Tirana?

«Mancini sta meglio rispetto all’anno scorso. È più motivato ed equilibrato. Tre cartellini gialli in tutte queste partite. Ibanez, al di là di questo episodio, è più equilibrato. Noi abbiamo perso tre giocatori di centrocampo. Tre. Tutti titolari: Mkhitaryan, Veretout e Sergio Oliveira. Wijnaldum non gioca una partita, dei due uno è un ragazzo che è arrivato nell’ultimo giorno di mercato e la dinamica di squadra e collettiva deve ancora cercare di impararla. E l’altro è Matic che non è venuto per giocare insieme a Cristante e si trova spesso a giocare con lui. Abbiamo avuto problemi inaspettati sia in questo mercato sia l’anno scorso. Quando Spinazzola si fa male all’Europeo abbiamo avuto una reazione andando in una direzione che non volevamo. Io sto piangendo tanto e non mi piace piangere tanto. Mi piace dire che questi problemi hanno aperto la porta a Zalewski, Volpato, Bove e presto Tahirovic gioca da titolare perché lo vedo con una crescita molto forte. Vediamo quanti punti avremo prima della sosta. Non posso dire chi sono quelli di cui sono soddisfatto o insoddisfatto. Quello che vedo che si doveva migliorare è l'accettazione di una sfida diversa rispetto a quella dell’anno scorso. La crescita nella mentalità, nella responsabilità, nell’ambizione. Non essere soddisfatti di aver raggiunto un livello, ma di essere contenti di andare al di lì. Se fossi stato soddisfatto della mia carriera nel 2010 avrei smesso. Il giocatore è lo stesso, la gente deve esigere di più fino all’ultimo giorno». 

Sta pensando a un cambio di modulo?

«Non abbiamo tanti a centrocampo, siamo un tipo di società che quando ha un problema nella rosa ha più difficoltà. Il modulo non lo faccio, lo fanno i giocatori con le loro caratteristiche». 

Abraham sembra distratto ed estraneo, che cosa ha?

«Magari è una buona domanda da fare a lui. Sa ha un problema, se pensa al Mondiale, se è assente. Non lo so, penso sia la persona ideale per rispondere. Devi aspettare che vada a una conferenza stampa per fare la domanda».

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