Roma, Spalletti esalta Grenier:
«Mai chiesto la cessione di Paredes»

Roma, Spalletti esalta Grenier: «Mai chiesto la cessione di Paredes»
di Gianluca Lengua
Sabato 28 Gennaio 2017, 12:34 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 01:03
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Luciano Spalletti fa il punto sul mercato della Roma: la possibilità che Paredes lasci Trigoria, l’arrivo di Granier e Defrel che potrebbe anche non servire: «Se la domanda è ho chiesto la cessione di Paredes, la risposta è no. Grenier? Possiamo fare il paragone con Fazio. Lui non ha giocato negli ultimi due anni ed è entrato in punta di piedi. Defrel non ci serve abbiamo El Shaarawy». Queste le parole del tecnico in conferenza stampa alla vigilia della partita contro la Sampdoria. 
 
 
Infortunati. «Florenzi dalla prossima settimana comincia ad allenarsi con la Primavera al campo Testaccio. Gli altri sono tutti a disposizione a parte qualche problemino» 
 
Giampaolo e la Sampdoria. «Di Giampaolo ne parlo bene perché lo conosco da tantissimo tempo, così come lo conosce anche la Roma. Ricordo prima di un Lione-Roma andammo a giocare ad Ascoli e prendemmo una sveglia e già lì si evidenziavano le qualità di questo allenatore. Poi l’ho sempre seguito e visto lavorare, ha plasmato la Sampdoria, ha dato continuità al bel gioco dell’Empoli dopo Sarri, ha la stima dei calciatori che sono stati con lui nello spogliatoio. La Sampdoria è un’insidia, noi siamo riusciti a vincere due partite con grande difficoltà, siamo stati in difficoltà sia in campionato che in Coppa, poi abbiamo sfruttato le situazioni, abbiamo giocatori più forti sotto l’aspetto del ko e abbiamo sfruttato il fattore qualità Roma. Se vai a vedere la lettura della linea difensiva sulla palla vai a trovare delle qualità impressionanti, bisogna stare tanto tempo sul campo, far sapere ai calciatori quali sono i tempi delle giocate. Per noi è un momento particolare perché non possiamo lasciare punti per strada, dobbiamo tentare di vincere anche questa volta ma abbiamo un avversario tosto davanti anche a causa di Giampaolo». 
 


 
Calendario temibile. «C’è un filo conduttore che deve essere uguale per tutti: la professionalità. Dobbiamo essere bravi a lavorare bene per aver un futuro importante. Non sono i discorsi e le amicizie ma il lavoro serio, costruendo qualcosa di forte e i giocatori questo lo sanno. Si vive una volta sola, due non è possibile. Per rendere questa vita importante bisogna sfruttare tutti i momenti che capitano e i momenti sono quello che possiedi, non sono i domani. Per avere una vita carica di soddisfazione e felicità devi vivere intensamente il momento che vivi. È il lavoro quotidiano che dà crescita a livello personale.
 
Difesa a tre. «Se poi i punti sono questi…Siamo in una buona posizione, sono cose che si possono accettare. Ci sono momenti in cui non hai un calciatore a disposizione, dove non sei a conoscenza di alcune cose. La difesa a 4 è una cosa che si può tornare a fare, soprattutto con la rosa a disposizione. L’essenziale è che la squadra abbia un equilibrio. Ora si va avanti così, trovano soddisfazione nel fatto di non prendere gol. Ho tentato di spiegarlo anche ai difensori: loro devono trovare soddisfazione in questi numeri qui. Nell’ultimo gol di Dzeko la palla gliel’ha data Ruediger. Una bella palla, un passante che va verso il secondo palo. Ha messo questo bel passante che Dzeko ha sfruttato. Nessuno ha dato grandissimo rilievo al fatto che Ruediger ha fatto un assist importante. Se lo faceva un altro calciatore… Per loro la soluzione è quella di non far fare gol agli avversari. Ora si parla della difesa della Roma perché non prende gol, non perché Ruediger ha fatto l’assist per il gol della vittoria. Bisogna cercare di continuare a far così. Siamo nelle condizioni di creare sostanza ed equilibrio alla squadra, di creare problemi agli avversari a farci gol. Bisogna rafforzare quest’attenzione su questo lavoro che fanno i difensori. Tra di loro devono pensarla anche così: non abbiamo bisogno che nessuno ci aiuti, ci pensiamo da soli».
 
 
Paredes. «Se la domanda è ho chiesto la cessione di Paredes, la risposta è no. Se poi c’è un’analisi delle dinamiche di mercato queste vanno chieste alla società o al giocatore. Io lavoro bene con questa società e vedo che fanno le cose con impegno, ho giocatori buoni ed importanti e chi li ha scelti è stato bravo. Se un calciatore chiede di andare via è difficile tenerlo, ora un calciatore che sta malvolentieri qui non ce lo voglio io. Si è parlato anche di Defrel, mi piace avendo la possibilità di scegliere di dare più tempo a disposizione a quelli che ho. El Shaarawy è un po’ giù perché non sente la fiducia addosso, Francesco l’ho fatto giocare dopo, la squadra funziona e torna Salah. Quindi mentre all’inizio partivano Iturbe e Salah avevo detto di aver bisogno di un calciatore, adesso Salah tra 2 partite può darsi anche che torni prima. Paredes non ha manifestato a me la volontà di partire». 
 
Grenier. «Lo stava cercando il Milan per sostituire Pirlo. Una squadra come la Roma può risistemare velocemente a questo contrattempo che ha avuto nella sua carriera. Lui lo dobbiamo vedere in pratica, ma se è come diciamo noi possiamo fare il paragone con Fazio. Lui non ha giocato negli ultimi due anni, è entrato in punta di piedi poi ha fatto il prepotente e si è meritato tutte le attenzioni che si sta meritando. Per cui su questo calciatore nutriamo fiducia per il futuro e credo che in poche sedute di allenamento ritroverà le sue condizioni e ci darà una mano». 
 
 
Ulteriore rinforzo. «Sappiamo che il mercato di gennaio è di riparazione. Nel nostro caso dei nostri professionisti nessuno ha fallito, nella Roma non c’è niente da riparare. Noi abbiamo fiducia nei nostri calciatori. Il nostro futuro dipende dai nostri calciatori. Sarà un futuro che ci potrà dare soddisfazioni. Più fiducia gli diamo, più ci danno indietro. Sono loro che ci hanno portato a non dover riparare niente. Noi siamo al tavolo dei più forti e il merito è di questi calciatori qui. A me sta bene rimanere così, non tocchiamo niente. Poi è chiaro che ci sono dinamiche e valutazioni. Mercato aperto cosa vuol dire? Molti calciatori della Roma possono avere mercato perché sono calciatori forti. Dipenderà dalle valutazioni della società nel far tornare tutti i conti e dipenderà dalle volontà dei calciatori. Non abbiamo niente da riparare, siamo a posto perché i nostri calciatori hanno fatto il proprio dovere».
 
 
L’ossessione di vincere. «Ci sono sempre dei confronti da fare nella vita con quelli che vogliono passarti davanti ed la preparazione che fa la differenza con quelli che ti vogliono mettere dietro. Ci sono delle esigenze di possibilità, ad esempio si parla sempre di stadi e la Juventus da questo ha un ricavo importante. Bisogna saper trovare le soluzioni quando ci sono le società che hanno le possibilità. La soluzione, però, non è dire che l’erba del vicino è sempre più verde. Devo annaffiare anche la mia. C’è da sapere bene quali calciatori stanno crescendo, quali avranno un futuro importante, accettare che te ne portino via uno e che poi lo andranno a sostituire. Io credo che la Roma stia lavorando bene, qualche volta come successo in precedenza è stato fatto partire anche giocatori di prospettiva, ma la Roma ha sempre fatto un campionato di livello. Si lavora in maniera più corretta possibile e si cerca di far crescere i calciatori. Voglio fare un complimento al Corriere dello Sport e al Messaggero per i titoli che hanno fatto con Dzeko, è l’esempio concreto. Si diceva all’inizio del campionato che bisogna andare a cercare altri calciatori come Totti. Bisogna far crescere e saper apprezzare, dare fiducia ai calciatori che si hanno. Se poi uno vuole andare via o ci sono esigenze di mercato diverse, bisogna trovarne un altro e dargli fiducia. O sei l’assoluto, ma noi non siamo gli unici: il Milan, l’Inter, il Napoli, la Juve, la Lazio, la Fiorentina… devi essere competitivo. I soldi o le amicizie non sono le uniche soluzioni, sono le qualità».
 
El Shaarawy. «Ci sono degli equilibri e di questi fa parte anche il carattere dei calciatori. Lui non è scontento è caratterialmente fatto così. L’anno scorso ha giocato con continuità è stato fortissimo, quest’anno è stato fortissimo lo stesso ma quando lo chiami dalla panchina non riesce a dare il massimo. Quindi se chiamo un calciatore e lo metto in competizione con un altro rischio, sono loro che ci hanno portato qui, noi non cerchiamo nulla, facciamogli sentire più fiducia. Quando ritorna Salah e vuoi giocare alla stessa maniera e metti dentro El Shaarawy ti avanza Perotti, Totti e io come faccio? Per farli giocare tutti devi giocare un’altra partita». 
 
Kessie. «Mi piacerebbe molto». 
 
 

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