Novantesei giorni dall'ultima partita al Maradona, l'ultimo giorno di una festa interminabile, cominciata nella notte del 23 aprile dopo la vittoria del Napoli in casa della Juve e finita il 4 giugno dopo quella sulla Samp a Fuorigrotta. Luciano Spalletti esordisce sulla panchina della Nazionale in trasferta, sfida con la Macedonia del Nord. E poi martedì al Meazza c'è l'Ucraina. Avvio in salita, perché Roberto Mancini ha lasciato l'Italia al terzo posto nel girone: tre punti dopo due partite.
Luciano sarà accompagnato in questo nuovo viaggio dalla spinta di Napoli, quella dei tifosi che hanno considerato sinceri i suoi slanci e legittima la sua richiesta di distaccarsi dal club nonostante Aurelio De Laurentiis avesse inviato la Pec per il rinnovo automatico del contratto.
Spalletti aveva il grande sogno di vincere lo scudetto in Italia: e grazie al Napoli lo ha realizzato. E adesso ne vuole realizzare un altro, quello che il giornalista fiorentino Enzo Bucchioni ha ricordato nella biografia “Luciano Spalletti: il vincente”. Eccolo: «Il mio sogno da allenatore è poter giocare una partita a scopa su un aereo con il presidente della Repubblica nel viaggio di ritrono dopo aver vinto una finale». Aveva 23 anni quando vive quella immagine in tv, la partita di Pertini e Bearzot (e Zoff e Causio) il giorno dopo il trionfo mondiale a Madrid dell'82.