Animi distesi in quel di Dimaro. Il Napoli ritrova i tifosi e per la prima volta Carlo Ancelotti si lascia andare all'onda d'urto dei napoletani. «Spero di essere apprezzato sin da subito qui. So quali aspettative ci sono dopo gli ultimi anni. Ho accettato volentieri questa sfida perché c’è una società che vuole crescere ed ha un progetto innovativo», ha esordito il nuovo allenatore. «Spero sia una bella esperienza per tutti. Il Napoli mi ha chiamato, cercavano un allenatore ed io cercavo una squadra. C’è voluto poco per accettare l’offerta. Squadra competitiva? Non lo dico io, ma il campo. È un gruppo che ha fatto 91 punti e non poteva dare di più».
A chi lo «accusa» di troppo aziendalismo, Ancelotti risponde. «È vero, lo sono. Io lavoro per il Napoli, non potrebbe essere altrimenti. Questa società non ha il fatturato di Real Madrid e Bayern, so quali sono le nostre possibilità. Il mercato è stato fatto di comune accordo con tutti», ha continuato dal palco del teatro di Dimaro. «Questa è una squadra che mi piace, non ho dovuto spiegare tante cose, sanno già molto. Noi ci auguriamo di fare tante partite tra campionato e coppe, è indispensabile usare il maggior numero di giocatori possibile. Un allenatore ha sempre in testa l’undici iniziale, poi ci sono da considerare tanti aspetti. Tutti devono sentirsi coinvolti nel progetto, avere un gruppo motivato fa crescere il livello di tutti. Il ruolo che sarà di Hamsik richiede qualità ed esperienza, quindi sono sicuro che farà bene. Poi abbiamo Diawara che ci invidiano in tanti. È un binomio che, se ben utilizzato, può darci tanto.».
Lo scudetto mancato e perso in albergo, però, è un episodio da non rivivere. «L’aspetto psicologico incide molto, quell’Inter-Juventus ha inciso anche in quel caso. Non ero lì, ma sono certo che capita di perdere finali di Champions quando vinci già 3-0, quindi mi aspetto ormai tutto nel calcio», ha scherzato Ancelotti. Accanto a lui quello che sarà il probabile leader del nuovo Napoli, Lorenzo Insigne. «Inter-Juve l’abbiamo vista, ci siamo rimasti male. Ovviamente un po’ ci ha condizionati, ma impareremo da quell’errore. Quest’anno penseremo e ci concentreremo solo sulle nostre gare», ha promesso il napoletano. «Penso che Ancelotti ci darà una mano in più per affrontare soprattutto le gare europee. Non lo dico io, ma la sua bacheca, ci può aiutare molto fuori dai confini nazionali. Spero di fare sempre bene, ma da solo non posso farcela. Dobbiamo essere uniti. Abbiamo sempre dimostrato di poter crescere, vogliamo farlo ancora e raggiungere traguardi importanti».
Sul palco di dimaro, ovviamente, anche Aurelio De Laurentiis.
Impossibile per il patron azzurro non parlare di mercato e della vicenda Cavani. «Io rispetto molto i tifosi. Ma quando ci chiedete top player offendete i calciatori che già abbiamo, calciatori che ci invidiano in giro per l’Europa», ha risposto. «Due anni fa ho rifiutato 58 milioni da Conte per Koulibaly. Quello che ci serve oggi è solo un terzino destro che rimpiazzi Maggio. So che tutti vorreste un calciatore come Cavani, ma lui guadagna 20 milioni ogni dieci mesi. Ha un telefono, può chiamarmi e ridursi lo stipendio e mettermi in condizione di parlare con il PSG, che non è detto voglia venderlo. Voi parlate di cuore, di figli, ma quando ha potuto andare via non si è fatto troppi problemi».