Il ciclo vincente, la storia dell'allenatore aziendalista, le poche pretese sul mercato perché Elmas e Raspadori sono già pronti, la consapevolezza che per vincere un anno non bisogna poi portare i libri in tribunale l'anno dopo. La sensazione è che, lette tutte insieme queste frasi di Luciano Spalletti, il tecnico non abbia alcuna intenzione di vincere (lo scudetto) e di andare via. Né De Laurentiis ha mai dato l'impressione di volerlo perdere. Ma è chiaro che, scelgano loro il momento, ma servirà parlarsi per capire come proseguire la prossima stagione assieme. Certo, non basta il prolungamento automatico di un altro anno del contratto, cosa che il Napoli farà a maggio sfruttando la saggia clausola unilaterale che De Laurentiis si è accaparrato nel maggio del 2021, quando Lucianone si legava al club azzurro. Perché Spalletti qualcosa avrà da dire. Per forza dovrà dire qualcosa. De Laurentiis e Giuntoli sono convinti che non esista allenatore più adatto per questa squadra ma prima dell'estate non sembra che ci siano le condizioni per concedere un nuovo contratto, più lungo e magari (un poco) più ricco. Quello che è certo che, al di là del trionfo in campionato e del cammino in Champions, la strategia economica del club non verrà sconvolta la prossima stagione per convincerlo (eventualmente) a rimanere. Ma Spalletti, proprio in questo senso, manda segnali di distensione molto nitidi: i soldi la proprietà li ha messi lo scorso anno, il rosso degli ultimi tre anni (più di 160 milioni) non concede deroghe e il monte-ingaggi non supererà mai più gli 80 milioni. Sono indicazioni chiare. Spalletti, da parte sua, lo sa ed è certo che, con queste basi, il Napoli possa essere competitivo in Europa anche nel caso di qualche addio eccellente (d'altronde, il suo miglior Napoli aveva in campo Raspadori e non Osimhen). Su questo punto le visioni di Spalletti e della società non appaiono essere divergenti in maniera clamorosa. De Laurentiis predilige la forza dei programmi.
La sconfitta con la Lazio non ha modificato i programmi: la squadra ha bisogno di staccare la spina e Luciano ha concesso due giorni pieni di riposo, senza neppure allenamento per quelli che con la Lazio hanno giocato di meno.
L'Empoli ha alzato il muro per Tommaso Baldanzi, il baby talento del calcio italiano conteso da mezza Europa: Corsi ha deciso di tenerlo ancora un altro anno, dunque il no a Giuntoli è legato solo a questioni di prospettiva del 20enne centrocampista. Ma sempre con l'Empoli sono aperte due piste: una porta a Guglielmo Vicario e l'altra a Fabiano Parisi. Occhio, per Vicario l'Empoli ha fissato un prezzo monstre: 30 milioni di euro. Ma al Napoli piace. Così come piace Parisi. Vedremo. Fermento, tanto. Senza dimenticare che un anno fa, di questi tempi, furono gettate le basi per i blitz per Olivera e Kvara Intanto gli scout di Giuntoli sono in Egitto per la Coppa d'Africa under 20. Tre i nomi sottolineati in rosso: Alagie Saine, difensore centrale del Gambia che gioca in Danimarca, nell'Horsens; Pape Diop, centrocampista centrale del Senegal che gioca in Belgio nel Waregem, e Papa Diallo, anche lui senegalese, esterno destro del Metz.