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Napoli tra luci e ombre: è l'unica italiana ad avere vinto in Champions

È questa la svolta di Garcia?

Piotr Zielinski in azione a Braga
Piotr Zielinski in azione a Braga
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Articolo riservato agli abbonati
Venerdì 22 Settembre 2023, 07:09 - Ultimo agg. : 20:35
4 Minuti di Lettura

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Vincere in Champions, nella fase a gironi, di questi tempi, è un po' come andare per mari ai tempi di Colombo. Puoi scoprire l'America ma pure non tornare più. Ancelotti fece 0-0 a Belgrado nella prima di Champions e Sarri perse 2-1 in casa dello Shakhtar Donetsk. Dunque vincere a Braga non è una cosa che va presa sotto-gamba. Certo, quattro mesi fa andava in campo quello che era il Napoli delle meraviglie, ma a dire il vero anche negli ultimi due mesi era iniziato un certo affievolimento delle prestazioni show. A Braga il nuovo Napoli non ha entusiasmato. Ma ha vinto. Non sarà l'unica cosa che conta, ma adesso forse sì. Però, giusto che Rudi Garcia non lo dica in pubblico ma è evidente che là in difesa si sono viste cose spaventose ed inimmaginabili. Per prima cosa la coppia centrale Ostigard-Juan Jesus è andata troppo spesso a picco. Tenuta a galla dalle intuizioni del brasiliano. Un dettaglio: i due con Spalletti hanno giocato insieme, titolari, solo con la Cremonese in Coppa Italia. E il Napoli venne eliminato. Insomma, in Champions è stata schierata la coppia di centrali di riserva del Napoli di Spalletti. Motivo per cui è il mercato di questa estate che va messo sotto osservazione. Natan ha giocato 4 minuti a Braga ma è evidente che non è pronto. E una squadra di vertice come è quella azzurra, non può iniziare la stagione con un difensore da svezzare. L'infortunio di Rrahamani dopo appena 10' ha reso la vita a tutti più difficile: salterà almeno la partita di Bologna ma forse anche quella con l'Udinese di mercoledì. Poi c'è la questione delle coperture difensive. Che non ci sono. La squadra è lunga e quindi il sostegno dei centrocampisti spesso (molto spesso) viene meno. E lasciare, adesso, Jesus, Ostigard, magari anche Natan ma pure Olivera in balia delle controffensive avversarie è quasi una missione suicida. Osimhen, poi, è un campione che sta dimostrando tutto il suo valore. Ma tra lui è il resto della squadra c'è troppa distanza. «La cosa più importante è aver conquistato 3 punti a Braga in una partita non facile, ma sono felice che siamo arrivati in cima. Il mio obiettivo è cercare di aiutare la squadra a vincere le partite e se avrò l'occasione cercherò di segnare ogni volta che potrò», ha detto. Il nigeriano, poi, non può essere un'ossessione: non è che ogni palla va lanciata verso di lui, continuamente.

APPROFONDIMENTI
Napoli, i piccoli passi di Garcia per il rilancio e la difesa (non solo d'ufficio) di ADL
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Nel Napoli di Braga, però, spiccano anche le cose fatte bene. Perché non è assolutamente tutto da buttare. Anzi. Per prima cosa sarà anche diverso il modo di attaccare, ma sono state almeno 7 le palle gol costruite nel primo tempo. Tradotto: Garcia riesce a far manovrare la squadra. E lo fa senza Kvara. Che vive un momento che prima o poi doveva capitare: vero che gioca meno palloni di una volta, ma prima trasformava in oro ogni cosa, adesso non gli riesce praticamente nulla. Raccontava, nel momento di massimo splendore, che tutti sapevano quello che lui fa quando parte in slalom «ma nessuno riesce a fermarmi». Ora non è così. A Braga lo hanno cancellato. E gli darà anche fastidio essere sostituito, ma è la cosa più logica da fare in questi tempi. Anche lui ha un alibi di ferro: si è infortunato. I calciatori non sono come i pc che accendi il tasto, avvii e tutto va come ti aspetti. E allora ecco che a Bologna rischia il posto anche lui. Perché c'è Raspadori che ha tutte le ragioni per pretendere una maglia da titolare. Le note liete ci sono. Sono tante: Zielinski sta trovandosi a meraviglia in questa posizione a tutto campo, si esalta. Ed è in forma. Come lo sono quelli della catena di destra, Politano e Di Lorenzo, che sono davvero una specie di salvacondotto per il Napoli e Garcia: il primo ha scosso il Napoli con il Genoa, il secondo a Braga. I nuovi sono alla finestra, come Lindstrom a cui va trovata una sistemazione differente. Fare il vice Politano rischia di essere un azzardo. Perché l'ex interista in questo momento Garcia fa fatica a immaginarlo fuori dall'undici titolare. Come Lobotka, anche lui con dna modificato. Ed è quello a cui spetta, probabilmente, un premio speciale: anche in questa versione riveduta e corretta, lui non tira i remi in barca, non si sottrae, si sacrifica e lotta. Anche se non è il play tutta bellezza che era con Spalletti. Ed è un peccato che prima debbano avvicinarsi al fuoco e bruciarsi, prima di reagire. Ma questo vuol dire che c'è compattezza. Altrimenti, un gol anche se un autogol non lo realizzi dopo aver preso un 1-1 che avrebbe mandato al tappeto chiunque. Ma non questo Napoli. Peraltro, unica delle italiane a vincere il primo match di Champions. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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