Peggio di così, non si può. Il Napoli perde la quarta partita in casa tra campionato e coppa. Non segna nemmeno un gol contro l’Empoli e lascia il terreno di gioco accompagnato da una marea di fischi talmente forti che coprono il rumore della pioggia battente. Garcia, inevitabilmente, verso l'esonero.
È un pranzo indigesto quello di questa domenica per gli azzurri: lenti, svogliati, mai in partita e sfortunati anche nelle sue uniche occasioni degne di nota della gara. Perché Berisha si supera prima su Kvara e poi su Lindrostrom, entrambi subentrati nel secondo tempo. Sì, perché Garcia sceglie di presentarsi alla partita della verità con un modulo nuovo (4-2-3-1) e con la stella georgiana in panchina. Anche i più ottimisti pensano “bah”. E hanno ragione, perché il Napoli - con Elmas esterno sinistro e Raspadori alle spalle di Simeone - è una chitarra scordata, una barca alla deriva, insomma qualunque cosa tranne una squadra che deve giocare con il sangue agli occhi.
Il gol di Kovalenko allo scoccare del 90’ è quasi una logica conseguenza dello scempio al quale sono costretti ad assistere i quasi 50 mila coraggiosi (e fiduciosi) che questa mattina hanno sfidato la pioggia tropicale nella speranza di assistere a una vittoria.
De Laurentiis- che nell’intervallo era sceso negli spogliatoi- ha lasciato il suo posto in tribuna dopo il gol dell’Empoli, visibilmente infastidito. Saranno ore lunghissime, di riflessione. Anche perché dopo la sosta il Napoli si giocherà tutto: campionato e Champions.