Napoli-Milan, probabili formazioni: la prima volta del Cholito Simeone titolare in azzurro

Fuori Osimhen, non al meglio Raspadori: è l'ora del Cholito

Il gol del Cholito Simeone a Milano
Il gol del Cholito Simeone a Milano
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Domenica 2 Aprile 2023, 09:00 - Ultimo agg. 20:16
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Il bomber che legge Coelho è pronto. Altri venti minuti di meditazione questa mattina, un ultimo respiro prima di iniziare a tuffarsi nella grande sfida al Milan. Il mondo del Cholito Simeone non è in subbuglio: aspetta questo momento, non lo teme. Non è solo il vice di Osimhen, è pure il vice di Raspadori. Sa che gioca perché tutti e due hanno dei problemi fisici ma il ruolo di comparsa non fa per lui. Ma neppure gli pesa. Dategli l'occasione e lui si prenderà il mondo. Papà, il Cholo, gli ha spedito un solo messaggio: la zia Natalia, la sorella di Diego che le fa da manager, sorride in attesa del grande momento, che è lo scudetto. Un argentino a Napoli, come un americano a Parigi. E per di più al centro dell'attacco. Era da un bel po', in campionato, dai tempi di Higuain, che un sudamericano non si piazzava là nel mezzo del tridente. Perché per il Cholito Simeone è incredibilmente la prima volta da titolare in serie A con il Napoli e al Maradona: ha giocato, sì, per due volte dal primo minuto ma in Champions (e una terza in Coppa Italia con la Cremonese). Eppure non sembra essere una riserva, perché tutti sanno che lui c'è sempre. Con grinta e determinazione. Peraltro, non ha mai smarrito la via del gol: ha giocato poco, ma ha segnato ben 7 gol. Quello decisivo nella gara di andata a Milano.

Stavolta toccherà a Jack passare il testimone nel corso della partita.

Ammesso che al Cholito, il buon Spalletti non lasci tutti i novanta minuti in campo. Ma pure lui un po' provato lo è, dopo il lungo viaggio in Argentina per rispondere alla convocazione della nazionale campione del mondo ma senza neppure la gioia di mezzo minuto in campo né con Panama né con Curaçao. E Jack è pronto anche lui a riprendere il cammino: si è fermato nel momento in cui il ct Mancini aveva più bisogno di lui ma ora ha una voglia matta di ricominciare da dove aveva finito: a Lecce, toccherà a lui.

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Più che una diagnosi precisa, c'è una speranza. Che pure ha il suo peso. Sì, c'è ottimismo per il ritorno del nigerino per la gara di andata con il Milan in Champions. Ma anche prudenza: i primi accertamenti fanno riferimento all'edema nelle fibre e quindi proprio sul filo della gara del 12 aprile, Victor Osimhen potrebbe esserci: ieri ha fatto terapie ed è stato sottoposto a una serie di minuziosi massaggi all'adduttore. Però Victor ieri è apparso proprio di buon'umore: è davvero convinto che questo stop sarà breve, forse quasi provvidenziale. Ha rilasciato una intervista al Tg5 in esclusiva dove ha ribadito che «l'infortunio non è nulla di grave ed è giusto che mi prendo 12 giorni per recuperare al meglio. Ma ci sarò in Champions». Ha poi parlato di altro, compreso il razzismo e dello scudetto (che, al contrario di Spalletti, Osi considera cosa fatta). «La gente di Napoli? Travolgente. Non ho mai avuto tanto amore e non vedo l'ora di festeggiare allo stadio e per le strade lo scudetto. Tutti siamo felici perché stiamo realizzando il nostro sogno: quando abbiamo iniziato la stagione in pochi credevano in noi. Siamo vicini all'obiettivo e non vediamo l'ora che il sogno diventi realtà». E sulla discriminazione razziale: «Non credo sia qualcosa che si possa fermare ma cercherò di usare ogni mezzo a mia disposizione per sconfiggerlo. Non è bello essere preso di mira per il colore della tua pelle o per l'aspetto della tua faccia e del corpo. I genitori devono parlare con i propri figli e fargli capire che è sbagliato. Ho la mia compagna bianca come tanti amici sono bianchi e io li amo tutti». Battere il razzismo sarebbe un altro scudetto da mettere sul petto. 

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