Napoli da scudetto, Guardiola esalta il lavoro di Spalletti

Ancelotti, Inzaghi e Pioli: tre italiani alle semifinali di Champions

Pep Guardiola
Pep Guardiola
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Venerdì 21 Aprile 2023, 11:00 - Ultimo agg. 22 Aprile, 09:08
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Il derby milanese di Champions, che dopo sei anni riporta un'italiana in finale, non ha offuscato la straordinaria stagione del Napoli. Non lo dicono soltanto i tifosi azzurri che stanno seguendo con passione questi mesi che resteranno nella storia del club e del calcio, considerando l'ampio margine della capolista sulle inseguitrici. Il commento è quello, autorevole, di Pep Guardiola, che nell'altra semifinale affronterà il Real campione in carica. Superato agilmente il Bayern Monaco, il tecnico del City ha spiegato: «Quando giochi questa competizione come ha fatto il Napoli, che ha giocato per tutta la stagione in modo davvero magnifico, e sei tanto avanti in campionato rispetto al Milan, la gente crede che in Champions sia la stessa cosa. Giocare contro il Milan che ha una grande storia è come giocare contro il Bayern Monaco, non so quanti trofei abbia nella sua bacheca... Per questo si dovrebbe dire che il Napoli è una brutta squadra perché è fuori dalla Champions? No, perché l'ho visto contro il Milan e sono rimasto impressionato per come hanno giocato. L'anno prossimo il Napoli sarà di nuovo in Champions e sono sicuro che ci riproverà». Analisi corretta di un barcelonista che ha respirato a Roma e a Brescia l'aria del calcio italiano, ammiratore del progetto-Napoli fin da quando sulla panchina azzurra sedeva Sarri, suo avversario nel girone Champions 2017-2018. Prima che partissero i quarti, c'era stato un botta e risposta con Spalletti, che aveva intravisto una"trappola nei complimenti - sinceri - di Guardiola. Non potranno bere un caffé turco a Istanbul perché il Napoli è stato eliminato ma la stima di Pep resta. Ed è un complimento che ha un forte significato. 

Il Napoli non è riuscito a far pesare la differenza di punti accumulati in campionato sul Milan nel quarto Champions, frenato da un appannamento fisico generale, dagli infortuni (al Meazza la prima punta non era il capocannoniere Osimhen ma il jolly Elmas; nel secondo round al Maradona dopo mezz'ora sono usciti Politano e Rui), dalle squalifiche (Kim e Anguissa assenti a Fuorigrotta) e dalle scarse furbizia e attenzione sui contropiede di Leao.

Ma il gap sulle protagonista delle semifinali del 10 e 16 maggio al Meazza resta: il +22 sul Milan e il +24 sull'Inter sono il riscontro di una superiorità schiacciante in un torneo dominato grazie alla continuità di prestazioni e risultati. E se tre squadre si sono qualificate per i quarti (e due alle semifinali) significa che si tratta di un campionato, almeno quest'anno, allenante, vinto dal Napoli - il vantaggio di 14 punti a otto giornate dalla fine è rassicurante - perché è stato formidabile da gennaio a marzo, nei mesi decisivi per la stagione, con una formazione quasi fissa perché Spalletti voleva il massimo. Il calo di aprile, con il gap che si è un po' ridotto, è da ritenere fisiologico. 

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Ancelotti, Inzaghi e Pioli: tre italiani, tutti emiliani, alle semifinali di Champions. È la conferma di una grande scuola, guidata dal tecnico del Real Madrid, quattro volte vincitore della Champions, una breve e tormentata tappa a Napoli. Tra i maestri un posto di diritto spetta a Spalletti, che a Napoli ha scritto la storia, con un gioco di altissimo livello apprezzato a livello internazionale, a partire da Ancelotti e Guardiola. Luciano avrebbe meritato di giocarsi la semifinale ma il peso dello scudetto - vinto dopo 33 anni - è tutt'altro. Certo, adesso bisogna recuperare la brillantezza e i gol per poter festeggiare quanto prima con i tifosi che stanno dipingendo d'azzurro la città. Si aspetta un forte segnale a Torino, su quel campo dello Stadium dove cinque anni fa Koulibaly portò il Napoli a un punto dalla Juve. Poi arrivarono Inter-Juve, il rosso-non rosso di Pjanic, il mistero del Var e lo scudetto perso nell'albergo di Firenze. Il Napoli è cresciuto seguendo in questi mesi Spalletti: aveva messo alle spalle la Juve di Allegri già un anno fa (+9). Domenica sera i due toscani si rivedono a Torino, l'ultima volta per Max andò male: 5 gol dagli azzurri al Maradona. E pochi giorni dopo arrivò la penalizzazione di 15 punti, proprio alla vigilia della partita di ritorno sospesa in attesa del nuovo processo della Corte d'appello federale. Juve (per ora) terza e più che mai in gioco per il posto in Champions. 

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