Eroi. Eroi senza se e senza ma. Ma non solo e non tanto perché dopo 33 anni hanno vinto uno scudetto. Eroi perché dopo tre giorni di festeggiamenti a stento interrotti dalle normali attività quotidiane quali abluzioni, svuotamento dell'apparato gastrointestinale, partecipazione alla vita sentimentale della famiglia, adempimento doveri coniugali e presentazione regolare sul luogo di lavoro, ieri questi ragazzi sono riusciti anche a vincere una partita di pallone.
Sebbene non fossero brillanti e inizialmente si aggirassero per il terreno di gioco del Maradona come comuni giovani che cercano la macchina all'alba nel parcheggio dopo un rave in discoteca in cui si sono bevuti pure l'acqua dei termosifoni, i ragazzi di Spalletti, dopo due pareggi consecutivi, attenzione, non uno due, uno con la Salernitana e uno con l'Udinese, hanno addirittura ingarrato la strada della vittoria.
Per ottenerla, Osimhen ha dovuto prima prendere una traversa col pallonetto, poi farsi parare un rigore e infine, finalmente, trasformarne un altro conquistato da Kvara in gol.
Nessuno ci può riuscire e infatti ieri nemmeno quelli della Fiorentina ci sono riusciti. Più e più volte i viola arrivavano sotto sotto alla porta di Gollini e poi niente, non riuscivano a quagliare. Quella curva, infatti, avrebbe ipnotizzato chiunque. Eroi. Tutti. Grazie, Napoli. Grazie uagliù!