Osimhen, il rinnovo non è utopia: De Laurentiis pronto a riaprire la trattativa

Victor è in permesso in Nigeria: tornerà in campo a dicembre

Victor Osimhen con Aurelio De Laurentiis
Victor Osimhen con Aurelio De Laurentiis
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Lunedì 30 Ottobre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 31 Ottobre, 07:15
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Il ritorno di Victor Osimhen è un giallo che, però, è tra i meno appassionanti possibili. Tanto, pure quando tornerà a Castel Volturno, non potrà mettere piede in campo per giocare. Lunghi, ancora tanto, i tempi per il suo rientro. Lo staff medico azzurro guidato da Raffaele Canonico e con Raffaele Landolfi, ex primario di Medicina interna presso il Policlinico Gemelli di Roma come supervisore scientifico, è in contatto stretto sia con l'entourage di Osimhen che con lo stesso nigeriano. Perché il calciatore ha una serie di terapie che deve svolgere quotidianamente e una serie di attività che sono assai sconsigliate per la tipologia di infortunio. Difficile sapere, a distanza, come procede il piano di recupero. In ogni caso, la tabella di Victor prevede il rientro sul terreno di gioco per fine novembre, probabilmente anche dopo la gara di Madrid. È un accidente che ha necessità di tempo e di cure. E di pazienza. C'è un altro aspetto: il calciatore tende a minimizzare i dolori alla coscia, quindi ogni volta i problemi muscolari vanno approfonditi con delle risonanze. Ed è quello che farà, probabilmente al rientro. Già, ma quando? L'intesa con Aurelio De Laurentiis prevede ancora altri giorni in Nigeria. Dunque, per fine settimana è probabile che l'attaccante rientri nel quartier generale azzurro. Ma prima di rivederlo con la 9 sulla spalle deve passare un altro mese. Come minimo. 

De Laurentiis, con il gesto di lasciarlo partire per la Nigeria, non ha fatto un'eccezione: anche Juan Jesus è stato autorizzato a trascorrere qualche giorno lontano dal centro tecnico. Magari proprio per potersi curare per conto proprio. Ma il segnale del patron è di grande distensione, una mano tesa dopo le tensioni delle ultime settimane iniziate con la reazione al cambio di Bologna e dal video di TikTok che il calciatore non ha mandato giù e che ha portato Roberto Calenda, il suo agente, a minacciare la denuncia del Napoli (cosa che, al momento, non è stata ancora fatta).

Ma sono state, infine, le parole di De Laurentiis sul rinnovo («ci siamo dati la mano, poi è sparito») a scatenare un altro focolaio di incredibili apprensioni e scintille. Il comunicato del giorno dopo ha lasciato spazio a una riconciliazione ma, per il momento, il nuovo contratto di Osimhen non ha fatto alcun passo in avanti. In ogni caso, il via libera alla partenza è stato un gesto molto apprezzato dal bomber. E per nulla scontato. Anzi. Perché le parti non hanno avuto modo di sedersi e discutere. L'impressione, ma solo quella, è che per Osi l'avventura in serie A è al capolinea: punta a un altro campionato, magari la Premier. E, con la situazione attuale, con la scadenza del contratto al 2025, la prossima estate potrebbe andare via a una cifra al di sotto dei 100 milioni. Meno male che De Laurentiis ha sempre qualche freccia al proprio arco. Tradotto: sarebbe un errore considerare Osimhen già in partenza.

 

Il vero interrogativo, per prima cosa, è sulle sue condizioni. Il punto è che la sua soglia del dolore è assolutamente non normale: nel senso, che fosse per lui sarebbe già in campo, perché non arrivano segnali d'allarme dalla sua coscia. Osimhen non comprende del perché questi 40 giorni di stop, sottovaluta il problema fisico, perché uno come lui ancora non ha imparato a capire i messaggi che arrivano dai suoi muscoli. Deve fare ancora terapia per un bel po' e poi durante la prossima sosta, ripetere gli accertamenti che hanno portato il Napoli a fermarlo. Perché sennò si sarebbe rischiato lo strappo o l'infortunio ancora più serio. Ma, diciamolo, pensare che già con l'Atalanta possa tornare in campo, è davvero un'opzione positiva. Perché bisogna stare accorti e perché è molto più probabile che si arrivi ad almeno cinquanta giorni prima di rivederlo in campo, senza il rischio di un altro stop. Che sarebbe ancor più un guaio. 

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