Paolo Sorrentino e il Napoli: «Darei il premio Oscar a Lobotka»

«Il regista e l'allenatore sono lavori simili: possono migliorare le performance»

Stanislav Lobotka
Stanislav Lobotka
di Bruno Majorano
Martedì 9 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 10 Maggio, 07:22
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È stato protagonista in campo dopo la partita contro la Fiorentina, ma ieri sera Paolo Sorrentino è intervenuto anche a Supertele su Dazn. «Sarebbe bello se si andasse avanti con Giuntoli e Spalletti, ma anche quest'anno sembrava si dovesse arrivare undicesimi, e invece abbiamo vinto: il cambiamento anche è divertente». Spiega, e poi loda i protagonisti della stagione. «Lobotka è stato l'uomo in più, gli darei l'Oscar. Quando è arrivato giocava in maniera diversa, invece è stato trasformato da Spalletti. E poi mi piace e mi ricorda Guidetti che giocava in un altro Napoli. Kim, invece, è un personaggio meraviglioso, ma come tutti i giocatori che sono diventati un po' napoletani: sono venuti nel Napoli per diventare napoletani. La città è felice e la festa è stata molto bella. Penso che andrà avanti ancora un bel po', alcuni iniziano a dire basta, ma per noi è ancora presto». Domenica Sorrentino ha seguito la partita da bordocampo (ha ripreso il rigore di Osimhen). «I tifosi hanno cominciato a cantare “un giorno all'improvviso” che poteva durare all'infinito. È stato molto emozionante. Il regista e l'allenatore sono lavori simili: possono migliorare le performance di attori e giocatori in campo». Intanto Paolo Sorrentino ha approfittato della festa scudetto per girare alcune scene del suo prossimo film. In particolare, mentre allo stadio si accalcava gente, ha girato a piazza Trieste e Trento una sequenza con Stefania Sandrelli. Già ci aveva provato in occasione della gara con la Salernitana, ma ha dovuto rinviare perché cercava il giorno in cui lo scudetto sarebbe stato aritmetico.

Un soldout dopo l'altro.

E così il Maradona è diventato l'ombelico del mondo azzurro. Il sistema maradonacentrico prevede che tutto ruoti attorno allo stadio, tempio dei successi della squadra da scudetto. L'entusiasmo è iniziato a salire già nei mesi scorsi, poco alla volta, fino a raggiungere le temperature altissime degli ultimi giorni. Il derby (amaro) contro la Salernitana, la notte (virtuale) di Udine e la dolcissima festa di domenica sera contro la Fiorentina: un'escalation di gioia che ha raggiunto il picco più alto proprio quando la squadra ha potuto festeggiare lo scudetto davanti al proprio pubblico. Il Maradona al centro di tutto. Al centro del tifo, al centro della passione. Un catalizzatore di emozioni non solo per chi vive tutti i giorni la città. È così che lo stadio di Fuorigrotta ha iniziato ad accogliere tifosi arrivati a Napoli da ogni angolo d'Italia e del Mondo. Capodichino lo scalo perfetto, ma all'occorrenza anche la stazione centrale di piazza Garibaldi, perché ogni modo è buono per arrivare in tempo a godersi le giocate del Napoli di Spalletti. Magliette, sciarpe, bandiere, di tutto un po' al Maradona, purché tinto di azzurro. Anche per i prossimi due impegni casalinghi (con Inter e Sampdoria) il Maradona si prepara ad accogliere gli ultimi due esodi di un'annata destinata a rimanere nella storia.

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«La città al suo meglio, siamo davvero felici», dice Claudio Pellecchia, giovane presidente del Club Napoli Dublino, che nella capitale irlandese raccoglie i tanti napoletani che vi si sono trasferiti per studiare o lavorare. Con Claudio, che lavora in una pizzeria a Temple bar, c'erano Luca Migliardi, Antonio Caracallo, Francesco Sorrentino e Francesco Izzo: tutti under 30 e al loro primo scudetto, durante il campionato hanno seguito la straordinaria cavalcata del Napoli riunendosi con gli altri tifosi nella loro sede di Parnell Street, in un caratteristico pub trasformato in un vero e proprio fortino azzurro, dove accolgono volentieri anche i napoletani di passaggio in città per turismo o per lavoro. 

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