Estate 1993, aeroporto di Capodichino. Tra i giocatori del Napoli in partenza per il ritiro in Trentino c'è un giovanissimo centrocampista ceduto dal cavaliere Tanzi, proprietario del Parma, all'amico Ferlaino nell'ambito dell'operazione di trasferimento di Zola. Si chiama Fabio Pecchia ed è cresciuto nell'Avellino, lanciato dal maestro Gino Corrado. A distanza di poche settimane, dopo la seconda partita di campionato, quel ragazzo che arrivava dalla provincia di Latina conquistò il posto da titolare nel Napoli di Marcello Lippi, arrivato - seppure in piena crisi societaria - alla qualificazione in Coppa Uefa.
E nacque così un legame che è resistito nel tempo tra il club azzurro e Pecchia, che a Napoli non ha soltanto pensato ad allenarsi e a giocare ma anche a studiare. L'Avvocato, come affettuosamente lo aveva soprannominato Vujadin Boskov, si è laureato in giurisprudenza e avrebbe avuto una carriera sicura, magari da presidente dell'Associazione calciatori, se non avesse deciso - e con ottimi risultati - di fare l'allenatore.
Pecchia è tornato a Napoli da tecnico, come vice di Rafa Benitez nel biennio in cui gli azzurri conquistarono due trofei, Coppa Italia e Supercoppa nel 2014.