Real Madrid-Napoli come un esame di maturità: Mazzarri sogna il colpo grosso al Bernabeu

Una vittoria per blindare gli ottavi di finale

Piotr Zielinski scatta foto ricordo allo stadio Bernabeu
Piotr Zielinski scatta foto ricordo allo stadio Bernabeu
di Bruno Majorano
Mercoledì 29 Novembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 19:00
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Notte prima degli esami. Quello di maturità, ovviamente. La maturità calcistica che aspetta il Napoli, ma soprattutto aspetta i giocatori del Napoli. Perché non capita tutti i giorni di scendere in campo al Santiago Bernabeu e soprattutto di sfidare il Real Madrid in una partita chiave di Champions League. Gli azzurri ci arrivano dopo due settimane di montagne russe. Il ko interno con l'Empoli, l'esonero di Garcia, il ritorno di Mazzarri dopo dieci anni e la vittoria di Bergamo contro l'Atalanta. Insomma, un bel po' di emozioni buttate dentro un frullatore acceso al massimo della velocità. Certo, quella di stasera non sarà una partita senza domani. In ogni caso il match point per gli ottavi di finale potrebbe essere rimandato al 12 dicembre, quando il Napoli riceverà il Braga al Maradona, ma archiviare la pratica con un turno di anticipo renderebbe tutti più sereni. A partire da Walter Mazzarri, che è stato catapultato sul pianeta Napoli in un momento delicato e complicato. Ma si è già dimostrato condottiero senza macchia e senza paura. È entrato nello spogliatoio del Napoli con il piglio di chi non è arrivato solo per lavare quattro panni sporchi e poi lasciare alla fine del mandato breve. Si è calato nella realtà Napoli come un uomo risoluto e pratico, consapevole di non poter fare miracoli, ma semplicemente di riuscire in quello che gli è sempre piaciuto fare: vincere. Stasera a Madrid farà esattamente lo stesso, chiedendo ai suoi ragazzi di divertirsi e giocare alla sua maniera: a testa alta e con la voglia di segnare un gol in più degli altri. Sì, perché vincere al Bernabeu - dove nel 2017 Lorenzo Insigne illuse il mondo Napoli con un gol meraviglioso dal centrocampo prima della rimonta Real - vorrebbe dire staccare il pass per gli ottavi e ricevere una bella iniezione di fiducia in vista delle prossime due gare di campionato tutt'altro che banali con Inter e Juventus. Il Bernabeu rappresenta l'università del calcio europeo e ogni volta che torni a casa da lì sai già di aver imparato qualcosa di nuovo. Un vecchio adagio narra che «novanta minuti al Bernabeu possono essere molto lunghi» e di fatto tutti quelli che sono riusciti a ritornare indenni da Madrid hanno portato a casa risultati destinati a rimanere nella storia. Ecco, per il Napoli si tratta di altro, visto che in questo momento l'unica cosa che serve è ritrovare quelle certezze che dopo lo scudetto dello scorso anno sembravano smarrite. Lo ha ammesso Mazzarri, De Laurentiis gli ha chiesto di ritrovare la grande bellezza nel gioco. E lui ha rilanciato «Dobbiamo tornare a essere l'orgoglio d'Europa», ovviamente riferito allo spettacolo. Perché quello del Napoli lo scorso anno è stato un gioco non solo bello, ma anche vincente. E domani sarà questa la missione (impossibile) degli azzurri, tornare a vincere a convincere. Mazzarri non si è nascosto dal primo momento e a chi gli ha chiesto cosa volesse da questa partita e dal girone ha risposto senza troppi giri di parole: «Nella vita non ti devi porre limiti». Chiaro, anzi chiarissimo. E con questi modi diretti ha fatto breccia nel cuore dei suoi giocatori. Lo ha dimostrato quell'abbraccio corale al termine di Atalanta-Napoli, quando anche il «freddo» Kvara gli ha stampato un bacio sulla guancia che odora di colpo di fulmine, anzi di amore a prima vista.

Real Madrid-Napoli, però, è anche il battesimo in un tempio del calcio europeo per Osimhen e Kvara.

Non male considerando che i due gioielli azzurri sono stati inseriti (rispettivamente all'ottavo e al diciassettesimo posto) nella lista dei finalisti dell'ultima edizione del pallone d'oro vinto da Leo Messi. Per entrambi sarà l'occasione per mettersi in mostra in uno stadio che di palloni d'oro ne ha visti e consacrati tanti. Basti pensare che al netto di Messi - che pure al Bernabeu ha incantato con la maglia del Barcellona - tutti gli altri premi degli ultimi 12 anni sono stati consegnati a un giocatore del Real: Cristiano Ronaldo, Modric e Benzema. Questo è stato - ed è ancora oggi - lo stadio dei Galacticos, dove ti fischiano per un dribbling non fatto più che per un gol subito in contropiede, dove la forma è quasi più importante della sostanza, dove la normalità non è vincere, ma stravincere. Non male come prova per Kvara e Osimhen che sicuramente rientrano nell'elite del calcio europeo di oggi, ma soprattutto in quella di domani. L'atmosfera che lo stadio di Madrid riesce a trasmettere dovrà caricare i due azzurri, affamati di gloria e di vittorie. Se la paura non dovesse avere il sopravvento, Mazzarri potrà contare su due armi in più per centrare l'impresa in terra spagnola. Vincere, infatti, non è impossibile. O almeno non è impensabile. E lo sa bene anche l'allenatore del Napoli che alla vigilia non ha nascosto nemmeno per un secondo le proprie velleità di successo. 

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