Scudetto Napoli, Spalletti spegne i fuochi azzurri: obiettivo abbassare la tensione

Il tecnico riporta tutti coi piedi per terra alla vigilia del match point

Il Napoli in allenamento
Il Napoli in allenamento
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Venerdì 28 Aprile 2023, 23:58 - Ultimo agg. 29 Aprile, 08:14
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Non c’è la sindrome di Dorando Petri ma poco ci manca. Perché l’antivigilia dello S-Day (dove S sta per scudetto) è vissuta alla ricerca di una normalità impossibile, provando a fare tutte le cose come se fosse un giorno qualsiasi, magari fischiettando. Spalletti non vuole fare sconti: se Napoli-Salernitana dovesse essere il primo match point della stagione (dipende da quello che farà la Lazio a San Siro prima), vuole che non ci sia il braccino, vuole che la sua squadra non faccia come il maratoneta all’Olimpiade di Atene nel 1908 che cadde, stremato, prima di superare il traguardo. Fuori al centro tecnico la confusione è totale: la pineta del centro tecnico ha visto una serie di intrusioni che ha costretto o i responsabili della sicurezza a intervenire e ad allontanare i tifosi che invadono i campi di golf. Di solito bastano gli steward del club, ma da qualche giorno staziona anche una volante della polizia: non c’è calciatore che non si fermi con la propria auto a firmare autografi e a far felice chi, anche per due ore, sosta all’esterno del centro tecnico del litorale domizio. La festa è qui, è già iniziata. C’è poco da fare.

Luciano Spalletti ha fatto di se stesso un isola. L’altra sera a Punto Nave, in un ristorante di Monterusciello dove va spessissimo, non è riuscito a negarsi all’abbraccio delle persone. «Calma, aspettiamo ancora un po’ prima di iniziare a festeggiare».

Per lui, anche per lui, è un momento che fa rima con la storia. Motivo per cui non ha nessuna voglia di pensare a quello che succederà poi, ovvero alla cena con De Laurentiis in cui discutere di quello che sarà.

Il primo scudetto, a 64 anni, dopo esserci andato vicino ai tempi dell’Inter, è un momento intenso, da gustare. Non vuole correre rischi: fa tutto quello che deve fare, dalla riunione alle 9 con il suo staff a quelle con i calciatori “alla lavagna” per studiare la Salernitana e le mosse tattiche. 

«Non è la squadra affrontata all’andata», ribadisce. Il tecnico ha messo in allerta i suoi sul rischio di pensare che il derby sia una specie di gara di esibizione. Dice, ripete quasi come un mantra, che sarà l’ennesima battaglia di questa stagione, perché tutti sognano in questo momento di fare uno sgambetto ai futuri campioni d’Italia. E la Salernitana, peraltro mica così sicura della salvezza, verrà al Maradona proprio per rovinare la festa agli azzurri. Motivo per cui, Spalletti prepara i titolarissimi, con Simeone che torna in panchina e con Mario Rui e Politano che saranno ancora indisponibili. La formazione sembra facile: a centrocampo il ritorno di Zielinski e in difesa Rrahmani che riprende il suo posto al fianco di Kim con Olivera a sinistra. Il tridente sarà composto da Osimhen, Kvara e Lozano. 

Qualcosa di diverso succederà. Ma non è un modo per snobbare l’avversario: bisogna fare di necessità, virtù. Il rinvio spiazza la macchina organizzativa del club perché l’hotel che ospita il Napoli in ritiro è sold out. E non ci sono altre soluzioni ricettive, anche perché l’albergo del centro tecnico è ancora indisponibile. Quindi il Napoli non farà ritiro pre-partita nonostante la gara in orario pomeridiano. La squadra arriverà agli Dei di Pozzuoli solo domani mattina per il raduno, secondo lo stile degli olandesi degli anni ‘70 o del Barcellona di Guardiola.

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Appuntamento per la colazione e poi partenza in bus per lo stadio, sicuramente tra due ali di folla che dalla Solfatara faranno da scudo al bus degli azzurri, in direzione Fuorigrotta. Di Lorenzo, in un primo momento, aveva pensato di invitare i compagni a cena domani, dopo la gara con la Salernitana. Ma alla fine i responsabili della sicurezza del club hanno sconsigliato di farlo. Non solo per questione scaramantiche. Tutto è pronto, insomma. Con Aurelio De Laurentiis che è annunciato di ritorno a Napoli proprio per assistere a un momento atteso 19 anni. Con lo stadio completamente esaurito: 55mila spettatori.

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