Udinese-Napoli, probabili formazioni: Spalletti non stacca la spina

Gli azzurri tornano in campo: chance per Elmas e Ndombele

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Mercoledì 3 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:21
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In un hotel a Udine. Non ai Caraibi. La felicità può arrivare questa sera, mentre la squadra sarà in poltrona. Ma è tutto facoltativo: chi non regge alla pressione, potrà pure andarsene a dormire, starsene nella sua stanza ad attendere l'ineluttabile. Oggi o domani. Da qui non si scappa. A meno che davvero non arrivi il patatrac che rinvii ogni cosa al match con la Fiorentina. Ma in ogni caso nessuno può fermare i cannibali di questa stagione: è questione di ore, massimo pochi giorni. Benedetto Sarri, lui e la storia dello scudetto perso in albergo, quello a Firenze. Un'ossessione. Ora, però, può regalarne uno al Napoli alla stessa maniera, magari non battendo il Sassuolo questa sera all'Olimpico. Altrimenti, agli azzurri basterà domani conquistare l'ultimo punto che manca al traguardo finale. E se non dovesse arrivare, che importa: c'è la gara con i viola e poi ancora altri quattro match point. «Ultimo chilometro» dice Luciano Spalletti. Ma non è neppure un metro. E dietro non c'è nessuno, solo il vuoto, l'abisso, una fossa delle Marianne. All'ora della ritirata, dunque, alle 23 (ma verrà fatta un'eccezione nel ritiro friulano) il Napoli può conquistare il suo terzo scudetto della storia, senza nemmeno giocare, standosene comodamente seduto. Nell'era del calcio moderno funziona così, anche la Juventus ne ha vinti due stando davanti alla tv (e una volta festeggiando dopo una sconfitta del Napoli con la Roma). Ecco, dunque, che è lì a Udine che passa la storia. Non su un campo di calcio, ma in un albergo. 

Il pareggio con la Salernitana ha messo di cattivo umore la squadra.

Sarà pure una formalità ma quel gol di Dia ha fatto saltare i nervi agli azzurri che erano certi, certissimi, di chiudere la pratica nella domenica del derby. Non solo De Laurentiis ha deciso di far saltare la cena al Maradona, prevista in caso di scudetto: anche i calciatori avevano fretta di andare a casa, per mandare giù quella che hanno vissuto come una brutta delusione. Spalletti ieri ha fatto il solito psicologo per cercare di capire se c'è, nel gruppo, qualcuno che ha fuso la testa dopo questa interminabile stagione. Non è escluso che quindi metta mano alla formazione dei titolarissimi, magari dando di nuovo spazio a Elmas e Ndombele ma queste sono considerazioni che farà domattina. Tutto dipende da quello che succederà all'Olimpico tra Lazio e Sassuolo: perché quella di Udine potrebbe essere, semplicemente, una passerella per gli azzurri in cui, magari schierare anche quelli che hanno giocato di meno. La prima rappresentazione con il tricolore (virtuale) sul petto. Ovvio che Spalletti faccia finta che tutto dipenda solo dal Napoli: che è vero, è padrone del suo destino e oggi lo ripeterà anche in conferenza. Perché Lucianone non si aspetta nulla dalla Lazio. Ma non gli spiacerebbe affatto che lo scudetto, la certezza aritmetica, arrivino via tv, nella hall dell'hotel di Udine. Vuole vincere in poltrona, quasi un affronto per uno come Spalletti abituato a fare tutto sempre con immensa fatica.

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Non c'è misura per il Napoli, che ha 18 punti in più sulla Lazio, se non quella dei rimpianti in Champions. Ma basta vedere la marea azzurra domenica in città per capire che è tutto alle spalle. Dunque, la storia è a un passo. Ancora più bello dopo questo aprile dove non c'è stato neppure un istante di noia. Del Napoli hanno impressionato la ferocia e l'umiltà nelle pieghe di sofferenza che non sono mancate: anche nella gestione delle minuscole crisi delle ultime settimane si vede la forza. Spalletti chiuda il discorso scudetto. E poi si concentri sul suo: incontrerà il presidente dopo lo scudetto per parlare del futuro. Il suo. 

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