Rosetta, tracce di molecole organiche sul nucleo della cometa

Rosetta, tracce di molecole organiche sul nucleo della cometa
di Paolo Ricci Bitti
Mercoledì 19 Novembre 2014, 13:22 - Ultimo agg. 21 Novembre, 08:50
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Da Rosetta e dal suo lander Philae un'altra emozione in arrivo dalla cometa: segnali della presenza di molecole organiche sarebbero stati rivelati su 67/P Churyumov-Gerasimenko: lo dice l'Agenzia Spaziale Tedesca (Dlr) riferendosi ai dati preliminari di uno degli strumenti a bordo del lander Philae, Cosac (Cometary Sampling and Composition Experiment), realizzato in Germania. Ma sottolinea la Dlr «l'identificazione e l'analisi delle molecole è ancora in corso». Cosac annusà e analizza i gas emessi dalla cometa raggiunta dalla missione Rosetta. Analisi rese possibili anche dall’uso del martello ”Mupus” che ha cercato, con grande difficoltà di scalfire la superficie del nucleo della cometa, ovvero un blocco di ghiaccio durissimo coperto da alcuni centimetri di polveri e detriti.

Prima di assopirsi all’una e 36 del 15 novembre sulla cometa 67P-Churyumov- Gerasimenko - si legge sul sito del’Asi - il lander Philae è stato in grado di completare la prima sequenza degli esperimenti a bordo, facendo affidamento sulla batteria primaria e raccogliendo una grande quantità di dati preziosi, acquisibili solo attraverso il diretto contatto con la superficie.

Ora, è il momento di analizzarli per raggiungere una maggiore comprensione della cometa ma già da ora, possiamo dire che la sua superficie e alcune delle sue proprietà, sembrano essere molto diverse di quanto si pensasse in precedenza.

Uno dei primi aggiornamenti ci viene comunicato dai sensori di MUPUS (Multi-Purpose Sensors for Surface and Sub-Surface Science). MUPUS è dotato di un braccio meccanico vibrante con una sonda alla sua estremità che è stata martellata all’interno della superficie, riuscendo a perforarla però solo di pochi millimetri nonostante la massima potenza attivata. Questo risultato comparato con le mappature termiche rilevate dai sensori dello strumento situati nel corpo del lander, fa ragionevolmente pensare che ci troviamo davanti a una superficie dura, comparabile al ghiaccio coperta da uno strato di 10-20 centimetri di polveri. La temperatura registrata dallo strumento dal balcony del lander era di -153 gradi, dopo l’attivazione è scesa di 10 gradi in circa mezz’ora. Anche SESAME (Surface Electrical, Sismic and Acoustic Monitoring Experiment) che ha ascoltato le rilevazioni sismiche della superficie conferma le rilevazioni di MUPUS sullo strato di polveri che ricoprono il ghiaccio e sul basso livello di attività cometaria del luogo in cui si trova Philae.

Confermato anche il funzionamento di COSAC che ha fiutato l’atmosfera di 67P determinando la presenza di molecole organiche e di CIVA la camera che ha realizzato la prima panoramica a 360 gradi del punto in cui si trova Philae.

Alla lista di esperimenti attivati si aggiunge anche l’autore degli scatti mozzafiato della superficie, ROLIS (Rosetta Lander Imaging System). La fotocamera, montata sulla parete inferiore di Philae ci ha regalato le immagini dalla separazione alla discesa, con in primo piano il sito Agilkia. Dopo il brusco e movimentato triplo atterraggio nel luogo in cui Philae si è arrestato, ROLIS ha continuato a svolgere i suoi compiti acquisendo dettagli a distanza ravvicinata della superficie della cometa, ora il team dello strumento ha a disposizione i dati per ben due diverse posizioni da analizzare.

Anche CONSERT (COmet Nucleus Sounding Experiment by Radiowave Transmission experiment) ha avuto modo di raccogliere molti dati: il radar sounder a bordo di Rosetta e Philae è stato fatto operare in una modalità messa appunto nell’immediato, non prevista prima: ha cercato di misurare la distanza tra orbiter e lander per tre volte, in maniera di poter triangolare le misure e restringere notevolmente il campo di ricerca. Nonostante l’esaurimento della batteria di Philae tutti i dati sono stati scaricati correttamente dal team a terra che garantirà il completamento del processo di analisi.

E Philae? In questi giorni sono state fatte molte ipotesi sul futuro della sua vita operativa. Il team del lander è ottimista al riguardo: il sito prescelto toccato nel primo touchdown garantiva sicuramente una migliore illuminazione, il lander è in ombra e c’è bisogno di più tempo per ricaricare le batterie secondarie.

Ma appunto il vantaggio di avere un sito più ombreggiato è che Philae non si surriscalderà così rapidamente come era stato previsto all’inizio. Grazie alla manovra di rotazione fatta in extremis nella notte di venerdì scorso, si è ottimizzata la posizione dei pannelli solari verso il Sole.

Nel frattempo Rosetta continua a seguire la cometa da una distanza di circa 30 chilometri dalla superficie e così farà fino ad agosto prossimo, quando raggiugerà il perielio: per quel periodo secondo gli esperti, ci sono buone possibilità per la ripresa delle attività di Philae.

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