Allarme fake news, l’inteligenza artificiale come antidoto

L’intelligenza artificiale può essere applicata anche per contrastare la diffusione della misinformation

Allarme fake news, l’inteligenza artificiale come antidoto
Allarme fake news, l’inteligenza artificiale come antidoto
di Guglielmo Sbano
Venerdì 2 Febbraio 2024, 11:00 - Ultimo agg. 3 Febbraio, 07:03
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Nonostante l’ultimo sondaggio del World Economic Forum, secondo cui l’Intelligenza Artificiale emerge come amplificatrice della “misinformation”, i professionisti del settore vedono nella tecnologia un “artificial detective” in grado di rilevare il tasso di autenticità delle informazioni. Il motivo dietro lo sviluppo di questo scenario sono le fake news, ovvero le classiche “bufale” che, stando ad una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali da Espresso Communication in vista dell’Ai Week in programma dall’8 al 12 aprile, sono motivo di ansia e preoccupazione per i cittadini di tutto il mondo. Le prime conferme in merito giungono da una recente indagine condotta su scala globale dal The Guardian, secondo cui il fenomeno coinvolge quasi 9 persone su 10 (85%). Un’ulteriore ricerca, effettuata dall’Università di Oxford, che prende in analisi Regno Unito, Stati Uniti e Germania, rileva una percentuale sfiora il 60%. E ancora, El Paìs specifica che miliardi di persone in tutto il mondo, nel corso del 2024, soprattutto in occasione di eventi importanti come le elezioni politiche, dovranno prendere decisioni che possono potenzialmente essere influenzate dalla fake news. Nel nostro Paese, stando a quanto indicato da Eurispes, quasi 7 persone su 10 si considerano preoccupate dallo scenario attuale, in particolar modo per quelle notizie pubblicate e diffuse sui social media. La situazione generale risulta ancora più allarmante se si considerano i risultati dell’indagine elaborata dal World Economic Forum e ripresa da Irish News: l’intelligenza artificiale, a causa delle nuove piattaforme basate sulla Generative Ai, amplificherebbero la diffusione di contenuti fake e, di conseguenza, la disinformazione online. 
 
Di contro, se esiste una soluzione per invertire un trend, questa potrebbe essere ricercata proprio grazie alla tanto discussa intelligenza artificiale. Com’è possibile che l'Ia diventi un alleato della verità? In primis, lo spiega Medium, secondo cui l’Ia, attraverso l’elaborazione del linguaggio naturale e il deep learning, è in grado di analizzare il contenuto, il sentiment e la struttura dei singoli articoli al fine di rilevare modelli e incoerenze che potrebbero indicare falsità o imprecisioni. Un esempio concreto viene offerto dal Massachusetts Institute of Technology, i cui ricercatori hanno sviluppato un sistema Ai centered in grado di determinare la veridicità di una news con una precisione pari al 70%, valutando il pezzo sia da un punto di vista linguistico sia analizzando il contesto storico di appartenenza. Ulteriori indicazioni in merito giungono dall’Italia e, nello specifico, da esperti del Bel Paese, ovvero Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, fondatori della community Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice e organizzatori dell’AI Week, evento di punta del settore: «l’Ia non sarà mai un nemico dell’umanità e, di conseguenza, non lo sarà nemmeno dell’informazione. Anzi, più andremo avanti, più sarà essenziale affidarsi all’artificial intelligence, perché con l’ausilio di algoritmi e piattaforme ad hoc, può identificare esagerazioni, pregiudizi e altri indicatori di disinformazione. In questo modo, la tecnologia diventa un vero e proprio «artificial detective» in grado di preservare la salute mediatica ed informativa globale. Quello delle fake news, relazionate all’Ia, è un tema molto attuale e, proprio per questo, verrà definito nel migliore dei modi in occasione dell’ormai imminente edizione dell’evento in programma dall’8 al 12 aprile con due giornate in presenza al Palacongressi di Rimini, con i maggiori esperti del settore riuniti per parlare di questo tema e di molto altro». 

Virginia Padovese di NewsGuard, sulla scia delle parole di Fiore e Viscanti, fornisce nuovi, interessanti spunti sul tema fake news e artificial intelligence: «Imparare a conoscere le enormi potenzialità dell’intelligenza artificiale è oggi fondamentale.

Affinché l’uso degli strumenti che abbiamo a disposizione sia proficuo, dobbiamo capirne non solo i benefici ma anche i rischi. Pensando ai rischi legati alla disinformazione, sia per le aziende che per i cittadini, risulta importante maturare la consapevolezza che questi rischi esistono. Serve investire nella formazione per imparare a riconoscere le caratteristiche dei contenuti manipolati e serve allocare risorse per lo sviluppo di strumenti in grado di rilevarli. Si tratta di identificare e comprendere il sottile equilibrio tra nuove potenzialità e pericolosi limiti: dobbiamo essere aperti al nuovo e disposti a sperimentare ciò che l’Ia ci offre capendo bene quali vantaggi possiamo trarre e quali misure di sicurezza dobbiamo mettere in atto». 

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Partendo dalle dichiarazioni degli esperti, l’intelligenza artificiale può essere applicata in maniera strategica e mirata al fine di contrastare la diffusione della misinformation. In primis, l’Ia, una volta integrata in appositi algoritmi, è capace di analizzare la fonte di provenienza dei singoli articoli, valutandone l’accuratezza. In caso di feedback negativo sull’attendibilità del website di riferimento, essa propone una serie di soluzioni alternative a seconda della ricerca che l’utente è interessato a portare avanti. In secondo luogo, la tecnologia del momento pone la lente d’ingrandimento sul nome dell’autore che si è occupato della stesura del pezzo: a questo proposito, caricando l’articolo su piattaforme ad hoc, è possibile scansionare lo scenario strutturato, partendo da una banca dati smisurata, per individuare eventuali anomalie e, soprattutto, distinguere i giornalisti in carne ed ossa dai cosiddetti fake reporter, ovvero creatori di news inesistenti. E ancora, un altro aspetto di assoluta rilevanza per l’Ia in ottica rilevamento delle news false riguarda lo studio del contesto storico. Infatti, esistono sistemi che esaminano le notizie, confrontando gli spunti contenuti con lo scenario generale e, a seconda del risultato finale, decidono se consigliarle ai singoli utenti come spunti interessanti da leggere oppure no. Anche le immagini e i video presenti negli articoli sono soggetti ad analisi: esistono, infatti, app Ai centered che, con l’aggiunta di filigrane digitali impercettibili all’occhio umano, capiscono se un’immagine è realizzata da professionisti in carne ed ossa oppure da artificial platforms poco consigliate. Lo stesso lavoro può essere fatto sui video, scansionando la voce delle persone o soggetti presenti all’interno della riproduzione.

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