Terni, Spaccio, estorsioni e aggressioni:
La procura chiede pene pesanti per i pusher di "White Bridge"

Terni, Spaccio, estorsioni e aggressioni: La procura chiede pene pesanti per i pusher di "White Bridge"
di Nicoletta Gigli
Giovedì 25 Febbraio 2021, 19:51 - Ultimo agg. 19:54
2 Minuti di Lettura

TERNI - Il pm, Camilla Coraggio, chiede condanne pesanti per la gran parte dei pusher finiti in carcere per l’operazione White Bridge, conclusa il 7 maggio scorso con 16 ordinanze di custodia cautelare.

Al termine della requisitoria durata tre ore, durante la quale è stato ricostruito il castello accusatorio nei confronti della banda multietnica che deve rispondere di 70 episodi di spaccio, 100 acquisiti di droga e di una decina tra estorsioni, lesioni e aggressioni nei confronti di chi non saldava il conto, il pm ha chiesto pene che vanno dai 2 anni e otto mesi ai 7 anni. La sentenza del giudice Biancamaria Bertan per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato ci sarà il 4 marzo. Hanno patteggiato pene a un anno e mezzo solo due pusher le cui posizioni erano meno pesanti.

L’operazione White Bridge, conclusa dalla squadra mobile ternana in pieno lockdown, fece scattare le manette per Slim Rozzanelli, legato al tifo organizzato della curva, sua madre, Jamila Yahyaoui, Tony Legato, Tatiana Massarelli, Valerio Ruffinelli, Said Aouled Mounir, Hamza Jamghili, Hassan Zahri, Noureddine Lakraimi e Mohamed Kriki. Ai domiciliari finirono un ternano e due stranieri mentre per altri quattro, tra cui una donna, scattarono misure cautelari più lievi. Gente che, per l’accusa, ha piazzato in città, a consumatori anche giovanissimi, importanti quantitativi di cocaina, eroina, hascisc, marijuana e droghe sintetiche ricavate da un mix di anfetamine e caffeina. Uno spaccio frenetico che si svolgeva tra Borgo Rivo e il ponte bianco che collega corso del Popolo con via Lungonera. Portato avanti da chi, per gli investigatori, non ha avuto scrupoli a far esplodere un petardo di fronte alla porta di casa di un tossico insolvente, a farsi intestare un’autovettura, a portar via un televisore, a scrivere minacce con la vernice sullo stabile abitato dal cliente che non ha pagato. Scene di violenza, aggressioni verbali al telefono e fisiche, di fronte a mamme e nonne, che hanno lasciato di stucco pure poliziotti. A difendere gli imputati gli avvocati Francesco Mattiangeli, Laura Crescioni, Massimo Finotto e Francesco Montalbano Caracci.

© RIPRODUZIONE RISERVATA