Napoli, eco-quartiere di Ponticelli: lavori in ritardo, si passa alle indagini archeologiche

Conclusa la bonifica dell'amianto che ha fatto dilatare i tempi del progetto

Napoli, eco-quartiere di Ponticelli: lavori in ritardo, si passa alle indagini archeologiche
Napoli, eco-quartiere di Ponticelli: lavori in ritardo, si passa alle indagini archeologiche
di Alessandro Bottone
Martedì 21 Maggio 2024, 19:35
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Si stringono i tempi per realizzare il "nuovo eco-quartiere" di Ponticelli, nella zona orientale di Napoli, ambizioso progetto di rigenerazione urbana che consentirà di consegnare case vere ai residenti dei "bipiani", gli alloggi costruiti nel periodo post terremoto dell'Irpinia e non ancora smantellati. Il ritrovamento di amianto nel cantiere di via Isidoro Fuortes, avviato l'estate scorsa, ha fatto slittare il cronoprogramma ma ora il Comune accelera e passa alle indagini archeologiche.

É stata la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, nel gennaio 2023, a richiedere al Comune di Napoli - promotore del piano di rigenerazione urbana - l'avvio della procedura di verifica dell’interesse archeologico. E a giugno dello stesso anno Palazzo San Giacomo ha inviato un primo piano delle indagini - curato da un professionista esterno - che ha ottenuto il parere positivo della stessa Soprintendenza. Ma nei mesi successivi nessun archeologo o altri esperti hanno potuto mettere piede nello spazio di via Fuortes dove, proprio mentre si allestiva il cantiere, sono stati scoperti cumuli di amianto.

Urgentemente è stata avviata la bonifica del materiale pericoloso e di altri rifiuti speciali abbandonati nel sito dove, nei primi anni Duemila, sono stati smantellati alcuni "bipiani", costruzioni gemelle di quelle ancora esistenti esattamente di fronte e ancora abitate da numerose famiglie. «Detta circostanza, imprevista ed imprevedibile, non ha reso sino a oggi possibile il pieno rispetto dell’originario cronoprogramma compresa l’esecuzione del Piano di indagini prescritto dalla Soprintendenza», si legge negli atti di Palazzo San Giacomo.

Pertanto, è «necessario rispettare la stringente tempistica [...] e, in particolare, la prossima “milestone” fissata al 31 dicembre 2024», scrive il Servizio "Tecnico edilizia residenziale pubblica esistente" del Comune di Napoli.

 

Tempi stretti e necessità di avviare i lavori del "nuovo eco-quartiere" hanno portato gli uffici di Palazzo San Giacomo a chiedere ai professionisti esterni una modifica al piano di indagini archeologiche che è stata autorizzata dalla Soprintendenza. Al posto degli otto saggi previsti inizialmente è stata scelta la soluzione delle due grandi trincee da scavare negli spazi liberi dalle strutture in calcestruzzo che reggevano i container smantellati negli anni scorsi. I lavori archeologici - per un costo di 671mila euro - sono fondamentali per completare la progettazione dell'intervento che beneficia di 35,5 milioni di euro dal PNRR.

Il vasto terreno incolto - appena ripulito dai rifiuti pericolosi - lascerà spazio ad abitazioni green e confortevoli insieme a parcheggi, spazi per residenti, servizi al quartiere e tanto verde. Si punta su risparmio energetico e sostenibilità per stravolgere l'attuale contesto di particolare degrado in cui vivono decine di famiglie. Le nuove case ospiteranno le famiglie che attualmente occupano i "bipiani" - realizzati con pareti e coperture in amianto - che devono essere bonificati e abbattuti. Una vera e propria bomba ecologica da risolvere nei prossimi anni.

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