Laura Lieto assessore all'Urbanistica del Comune di Napoli: «Pedane sulle scogliere, il mare sarà di tutti»

«Porteremo avanti i grandi progetti sulle 167: Vele, Taverna del ferro e Bipiani di Ponticelli»

Bagnanti sul lungomare di Napoli
Bagnanti sul lungomare di Napoli
di Luigi Roano
Lunedì 7 Agosto 2023, 07:00 - Ultimo agg. 8 Agosto, 10:31
5 Minuti di Lettura

Laura Lieto - vicesindaca e assessore all'Urbanistica del Comune di Napoli - sono già quasi due anni trascorsi a Palazzo San Giacomo che bilancio fa di questa esperienza?
«È una grande sfida in una città molto complessa con dei divari molto importanti e da questo punto di vista stiamo mettendo in azioni significative. Stiamo facendo uno sforzo di conoscenza»

E cosa ha scoperto?
«Che Napoli è andata incontro a un processo di impoverimento importante più di quello che pensassi».

Ovvero?
«Dal punto di vista dell'accesso ai servizi primari giusto per fare un esempio, gravissimi svantaggi in termini di evasione scolastica e poi disincanto e sfiducia nelle Istituzioni primari dei gravissimi svantaggi in termini di evasione scolastica, di disincanto e sfiducia verso le istituzioni».

E allora come si fa ad avere speranza per il futuro?
«Napoli ha dei problemi, ma ha anche una caratteristica straordinaria: la forza delle idee e poi ci sono tante energie positive.

La città ha geografie diverse: a est è forte una cultura cattolica, comunista e rurale, al centro si sono sviluppate altre idee rispetto all'innovazione sociale come l'autorganizzazione per fare due esempi, però prevale sempre per Napoli il racconto della straordinarietà o quella del declino. Eppure queste culture al di là dell'urbanistica riflettono un mondo pieno di energie diffuse e di prassi».

Cosa intende per la città rurale?
«La presa in carico degli spazi non vissuti, l'agricoltura urbana è un modo per porre rimedio alle catastrofi climatiche. Orti urbani, ripiantumazione di alberi e tanto altro servono anche per l'economia, il Comune intende investire forte su questo aspetto e presto lo vedremo nella Variante orientale al Piano regolatore. A Ponticelli il recupero urbano partirà da questo presupposto perché c'è una quantità di aree pubbliche non costruite consistente ed è un gran valore».

L'agricoltura urbana è un termine generico...
«Per capirci abbiamo l'esempio del Parco fratelli De Filippo oltre 120mila metri preso in carico dall'Asl e utilizzato per il recupero delle persone che hanno dipendenze. Ma ci sono anche altri aspetti importanti».

Vale a dire?
«L'altro aspetto fondamentale nella nostra proposta è la produzione dell'energia di Napoli orientale che deve fare perno sulle grandi proprietà, sulle zone ex industriali e sui grandi quartieri di edilizie pubblica. Ci sono superfici piane e una ottima esposizione che si prestano alla installazione di impianti fotovoltaici. Napoli si deve produrre l'energia da se e Napoli est deve essere il motore e in questo modo produrremo anche lavoro. La meta è il 2026 quando i progetti del Pnrr dovranno essere chiusi e noi siamo nei tempi».

Perché il Comune punta per lo sviluppo su Napoli Est?
«È la più grossa opportunità di trasformazione urbana e trasportistica, è la parte di città meglio connessa con la rete nazionale e l'aeroporto sarà raggiungibile con la metro. È c'è un contatto diretto con il porto la parte della mobilità è quella più strutturata. In questo contesto c'è poi il Centro direzionale e il suo raddoppio dove abbiamo una riserva di 50 ettari di proprietà del Comune. Dal punto di vista della manovra urbanistica è fondamentale una concentrazione di suoli in mano pubblica per la rigenerazione urbana. L'esempio è sempre il Centro direzionale che abbiamo visto sempre come una grande potenzialità dove andiamo a incidere con diverse possibilità di uso, non più solo terziario direzionale e questo libererà e secondo me sta già liberando energie».

Che intende per energie da liberare a Est?
«Napoli est ha avuto un intervento importante come le Academy a San Giovanni e quella parte di città ha reagito bene a questa trasformazione urbana. Una vocazione nuova e la spinta è arrivata dall'università e dai giovani. Tutto ciò si può estendere ad altre parti della città, penso a Gianturco come città dei giovani c'è tutto perché ciò si concretizzi».

A est c'è un mare grande - una volta un bel mare - oggi negato alla stragrande maggioranza dei napoletani lungo tutta la costa.
«C'è il tema della qualità delle acque che non sono balneabili i dati dell'inquinamento ci impongono di fare operazioni per migliorarlo. Ma il mare è la grande scommessa del Comune e anche il grande spazio pubblico della città e Napoli deve ritrovare un rapporto con il mare. Sono state prorogate le concessioni e su questo ci stiamo preparando a fare dei ragionamenti sull'accessibilità al mare dove non si paga. A iniziare dall'anno prossimo avremo delle pedane di legno sulla scogliera. L'idea del sindaco è un mare pubblico dobbiamo però aspettare che scadano le concessioni nella consapevolezza che le analisi delle acque in tutta la parte di ponente sono buone».

La nostra chiacchierata è finita: quali sono i suoi obiettivi?
«I miei tre obiettivi sono portare avanti i grandi progetti sulle 167: Vele, Taverna del ferro e i Bipiani di Ponticelli. Realizzare la Variante est e la terza cosa è la città delle Academy». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA