«Questi fantasmi», Antonio Marras illumina i vicoli dimenticati di Napoli

«È un simbolo di rinascita per tutta la comunità»

Le Rampe del Salvatore illuminate a festa
Le Rampe del Salvatore illuminate a festa
Maria Pirrodi Maria Pirro
Sabato 24 Giugno 2023, 11:00 - Ultimo agg. 18:57
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Nello spettacolo di Eduardo De Filippo il sipario si apre con un palco al buio. È la commedia della vita, che sta per nascere dall'oscurità: «La luce di una candela si fa strada». E la scena si ripete in «Questi miei fantasmi», l'installazione che Antonio Marras ha ideato con l'obiettivo di accendere - nella realtà, lontano dal teatro - una speranza nei vicoli degradati e abbandonati. La sua è la prima installazione artistica di «Napoli contemporanea» voluta dal sindaco Gaetano Manfredi e curata da Vincenzo Trione che sottolinea il senso dell'operazione: «Recuperare pezzi di periferie che si trovano nel centro storico».

 

«Ho scelto le zone urbane più sgarrupate tra quelle che mi sono state proposte», sorride lo stilista di Alghero, spiegando il soggetto dell'opera che rende omaggio al drammaturgo sin dal titolo, personalizzato come le camicie da notte che pendono sulle rampe del Salvatore, di proprietà dell'Università, impropriamente trasformate in parcheggio, restituite a napoletani e turisti per l'occasione, dopo più di 50 anni. «Aperte dalle 10 alle 22, fino a settembre», dice il rettore Matteo Lorito.

Sotto l'intimo bianco, il telaio di una ruota di bici compone le sagome che, al calar della sera, sembrano animarsi con la luce artificiale. «Un simbolo di rinascita per tutta la comunità», rimarca Marras, mentre risale tra le «150 orfanelle» da via Tari verso i Decumani adornati con bandiere e festoni bianchi e azzurri. «Ho seguito il lavoro proprio nei giorni della vittoria dello scudetto», e indica il volto di Maradona impresso come un santino sulla sua agenda e su uno dei pigiami femminili degli anni Venti e Trenta. Sugli altri, frasi diverse sono ricamate a mano o cucite a macchina dai 200 allievi dell'Accademia di Belle Arti che hanno partecipato al progetto. «Ragazzi straordinari, al centro quasi di una seduta collettiva di psicoanalisi per trovare le parole, a volte tratte da canzoni, a volte esperienze personali, dal primo amore a un appuntamento saltato». 

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Non manca Pino Daniele («Chi tene o mare»), il profilo di San Gennaro, un sole disegnato e di nuovo De Filippo («Io vulesse truvà pace»): il tutto nel bordeaux che è cifra di Marras, riconoscibile di più nell'altra installazione in vico San Pietro a Majella, resa suggestiva da 200 lanterne decorate con diversi tessuti delle sue collezioni di alta moda. Variopinto patchwork di colori e di texture, rimando alla bellezza possibile con l'incontro tra differenze. «Il mare Mediterraneo non dovrebbe essere una tomba, e la mia storia dimostra che tutto è possibile», il messaggio ai giovani. All'inaugurazione, ieri, Isa Danieli (ebbe una parte minore proprio in «Questi fantasmi» con Eduardo), che ha intonato «Il canto delle lavandaie del Vomero» e «Reginella», presto protagonista di un altro progetto con Marras: nel teatro all'Anticaglia, ulteriore luogo da riqualificare. Ma prima, mercoledì 28, largo a Michelangelo Pistoletto con la sua Venere degli stracci in piazza Municipio. 

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