Pasticcio a Salerno per il nuovo ospedale, le motivazioni del Tar

Alcuni punti del disciplinare di gara risultano essere contrastanti tra loro rendendo difficoltosa una interpretazione chiara, impedendo ai partecipanti alla gara di muoversi sulla base di prescrizioni univoche

Il nuovo Ruggi
Il nuovo Ruggi
Carmen Incisivodi Carmen Incisivo
Mercoledì 1 Novembre 2023, 07:00
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La gara d’appalto per la realizzazione del nuovo ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno è da rifare. L’hanno deciso i giudici della prima sezione del Tar di Salerno pronunciandosi sul ricorso presentato, attraverso gli avvocati Lorenzo Lentini e Arturo Cancrini, dal raggruppamento temporaneo d’imprese guidato dal Consorzio Eteria collocato, alla fine di una lunga istruttoria che inizialmente li aveva visti favoriti, al secondo posto nella graduatoria della commissione chiamata ad esprimersi sul maxi-appalto da 360 milioni di euro. L’aggiudica era andata al Sis sulla base di un miglior punteggio legato a un particolare punto del bando che attribuiva una premialità attribuita ai soggetti in grado di garantire la conclusione dei lavori e la consegna dell’opera in un tempo inferiore ai 1020 giorni indicati dagli uffici della Regione Campania. Secondo i giudici amministrativi, l’intera procedura gestita dagli uffici della Regione Campania presenta vizi che dovranno essere sanati attraverso la pubblicazione di un nuovo avviso a evidenza pubblica per la realizzazione del policlinico che sorgerà nell’area ex Finmatica, poco distante dai luoghi dove insiste attualmente il nosocomio salernitano. Nella sentenza il Tar mette in luce la sussistenza di «una distonia e un contrasto insanabili sia tra le descritte varie disposizioni del disciplinare, sia all’interno della stessa formula di calcolo del punteggio per l’offerta tempo. Ne consegue che l’intera gara è falsata e inficiata, per cui essa va annullata integralmente, con necessaria sua riedizione ex novo». In sostanza alcuni punti del disciplinare di gara risultano essere contrastanti tra loro rendendo difficoltosa una interpretazione chiara, impedendo ai partecipanti alla gara di muoversi sulla base di prescrizioni univoche. 

A parere dei giudici il punto relativo all’offerta tempo è quello più “opaco”. «Il collegio - si legge nella sentenza pubblicate ieri - ritiene dirimente la censura di contrasto e distonia delle previsioni del disciplinare, non superabili neppure con l’impiego dei criteri di interpretazione». Interpretazione che risulta difficile perché non appare chiaro se l’attribuzione del punteggio relativo all’offerta tempo «si riferisca al tempo in senso di differenziale rispetto al tempo di esecuzione posto a base d’asta (cioè giorni 1020), come ritenuto dall’amministrazione nel verbale numero 10 del 2023 posto a fondamento dell’aggiudicazione, oppure come tempo in senso di numero assoluto di giorni, come ritenuto dalla parte ricorrente, sia pur previa operazione manipolativa e correttrice di inversione del numeratore e denominatore rispetto a quanto previsto nel disciplinare». «In alcuni punti - argomentano ancora i giudici - il disciplinare sembra riferire l’offerta tempo alla riduzione rispetto al tempo di esecuzione posto a base d’asta nel disciplinare. In altri punti, il disciplinare sembra riferire l’offerta tempo al tempo assoluto e non al tempo in termini di riduzione rispetto al tempo di esecuzione indicato a base d’asta nel disciplinare».

Queste le ragioni che portano il Tar a cancellare l’intera gara obbligando la Regione Campania a ripartire da zero. Alla luce di quanto accaduto si ipotizza un inevitabile allungamento dei tempi per l’inizio dei lavori. La deadline indicata dal presidente De Luca che intendeva avviare il cantiere entro questo autunno è già saltata. Rimandata a data da destinarsi. Per il momento la Regione Campania non commenta né si pronuncia sull’eventualità di un ricorso al Consiglio di Stato che appare, invece, più probabile per Sis che potrebbe decidere di chiedere un risarcimento danni. In ogni caso, l’indizione di una nuova gara prospetta tempi lunghi.

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«Il mito della vantata efficienza è smentito dalla realtà - commenta il senatore Antonio Iannone, commissario regionale di FdI in Campania - avevo già denunciato con una interrogazione parlamentare le gravi anomalie ma De Luca si sperticava ad annunciare l’inizio dei lavori per giugno 2023. Siamo ormai a novembre e non solo i lavori non sono partiti ma sembra essere pregiudicata anche la gara. De Luca calcia sempre la palla in avanti ma gli torna sempre indietro: non è capace di far funzionare l’attuale Ruggi e neanche di far partire i lavori del nuovo».

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