Avellino, amianto all’ex Isochimica, via al processo in Appello

In primo grado verdetto di condanna a 10 anni per due addetti di Fs

Avellino, amianto all’ex Isochimica, via al processo in Appello
Avellino, amianto all’ex Isochimica, via al processo in Appello
di Rossella Fierro
Mercoledì 3 Aprile 2024, 00:00 - Ultimo agg. 08:34
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A distanza di oltre due anni dalla sentenza di primo grado, inizia il processo d’appello per le morti degli ex operai Isochimica. Notificato nella giornata di ieri ad imputati, parti offese e responsabili civili il decreto di citazione dinanzi alla Prima sezione penale della Corte d’appello di Napoli per il prossimo 23 maggio. Riuniti tutti i ricorsi presentati dalle parti contro la sentenza di primo grado pronunciata nell’aula bunker del carcere di Poggioreale a Napoli il 28 gennaio 2022 a margine di una lunga camera di consiglio del collegio presieduto dal giudice Sonia Matarazzo, giudici a latere Gennaro Lezzi e Pierpaolo Calabrese. 

Il verdetto di due anni fa si concluse con la condanna a dieci anni di reclusione dei due funzionari addetti al servizio sanitario dell'azienda autonoma Fs, Aldo Serio e Giovanni Notarangelo, e degli ingegneri Vincenzo Izzo e Pasquale De Luca, ritenuti responsabili della sicurezza della fabbrica dell’ex patron dell’Avellino calcio, Elio Graziano (deceduto nel 2017 ndr). Condannata anche Rete Ferroviaria Italiana al pagamento, in solido con i due dipendenti Serio e Notarangelo, di risarcimenti provvisori per un milione e quattrocentomila euro complessivi agli eredi degli undici ex operai riconosciuti vittime dell’amianto inalato nei capannoni di Borgo Ferrovia, Luigi Maiello, Antonio Graziano, Alessandro Manganiello, Giuliano Picariello, Umberto de Fabrizio, Vittorio Matarazzo, Salvatore Alterio, Vittorio Pellino, Umberto Carpentieri, Nicola Montanaro e Gianni Ciccone.

Assolti dall’accusa di omicidio plurimo colposo altri due funzionari di Fs, Mauro Finocchi e Silvano Caroti.

Stesso verdetto di assoluzione per tutti i ventitré imputati accusati, a vario titolo, dei reati di concorso in disastro ambientale, omessa bonifica e omissione di atti d’ufficio. Tra loro gli ex sindaci Giuseppe Galasso e Paolo Foti, parte della giunta comunale del 2005, gli allora assessori Sergio Barile, Ivo Capone, Giancarlo Giordano, Luca Iandolo, Toni Iermano, Donato Pennetta, Raffaele Pericolo, Antonio Rotondi, i titolari delle ditte che negli anni erano state incaricate degli interventi di messa in sicurezza della fabbrica dismessa, il curatore fallimentare di Isochimica spa, Leonida Gabrieli, dirigenti comunali e dell’Asl.

Il collegio aveva invece dichiarato prescritto il reato di lesioni personali colpose contestato agli stessi imputati condannati dai legali di 231 ex operai. Ad impugnare la sentenza di primo grado tutte le principali parti in causa. A partire dai legali degli unici quattro condannati e da quelli di Rfi intervenuta a processo in qualità di responsabile civile. 

Ricorsi presentati contro le assoluzioni per il reato di omicidio plurimo colposo da parte dei legali degli ex operai riconosciuti vittime delle gravi patologie derivanti dall’inalazione delle fibre killer e da parte della Procura della Repubblica contro le assoluzioni per i reati ambientali ed amministrativi. Considerando l’importante numero di parti che hanno proposto appello, verosimilmente il processo di secondo grado difficilmente si esaurirà in un’unica udienza.

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Una sentenza, quella di primo grado, definita storica da più parti perché, per la prima volta, un Tribunale ha stabilito il nesso di causalità tra l’amianto respirato negli anni ‘80 nella fabbrica di Borgo Ferrovia e i decessi di chi lì dentro ha lavorato senza le dovute protezioni. Un punto di forza utile anche per le valutazioni in atto in ambito civile relativamente alle lesioni personali colpose dichiarate prescritte, in sede penale, per 231 ex operai nonostante, nello stesso verdetto, venissero riconosciute le acclarate patologie di cui soffrono. Capitolo che, al contrario, resta aperto in sede civile dove i termini di prescrizione sono differenti. 

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