«Due mamme nel presepe: la luce del Natale quest'anno la vedo risplendere anche su queste famiglie colpite da critiche e condanne disumane e antievangeliche». Fa discutere, e non poteva essere altrimenti, la scelta di don Vitaliano Della Sala di allestire il suo presepe nella parrocchia di Capocastello escludendo la statuina di san Giuseppe. L'ha sostituita con una seconda figura femminile che affianca la Madonna. Una provocazione che, nelle intenzioni del sacerdote, dovrebbe stimolare la Chiesa a interrogarsi su tutte le tipologie di famiglia, senza "esclusioni". «Con il primato dell'economia abbiamo costruito una società che per sopravvivere ha bisogno di escludere, di respingere ai margini o in mare. L'esclusione - ricorda il parroco barricadero - è praticata anche dalla Chiesa, relegando ai margini autentici testimoni di Gesù Cristo che urtano il potere, che battono vie nuove, quelle strade su cui subito prendono a camminare gli ultimi, i poveri di Dio, e sulle quali invece inciampano, scandalizzati, i benpensanti. Invece proprio la logica dell'inclusività è l'avvenire della Chiesa».
Le reazioni politiche, soprattutto da destra, non si sono fatte attendere. «Un esercizio di fantasia che denota come una parte della Chiesa interpreti il progressismo come deformazione assoluta del cristianesimo».
Cancellare San Giuseppe e mettere due mamme sul presepe penso sia il modo peggiore per rilanciare il tema dell'omofobia. Si fa un torto proprio a tutti quegli uomini che come lui hanno vissuto nell'assoluto e devoto rispetto verso le donne ». «Sembra proprio che don Vitaliano, non riesca a stare lontano dai riflettori - aggiunge la vice coordinatrice regionale di Azzurro Donna, Giuliana Franciosa -. Le sue esternazioni, i suoi modi di intendere la Chiesa, fanno pensare che vi sia ben poco di spirituale e moltissimo, invece, di protagonismo. Un parroco che usa questi modi, pensa realmente di attrarre a sé i fedeli? Il prete attivista non si accorge che di fatto è lui ad escludere altri. La politica non venga fatta nelle chiese».