Avellino: celle senz'acqua, scatta la rivolta in carcere. 5 agenti per 500 detenuti

Scoppiata anche una violenta rissa tra fazioni

Il carcere di Avellino
Il carcere di Avellino
di Katiuscia Guarino
Mercoledì 23 Agosto 2023, 23:09 - Ultimo agg. 26 Agosto, 15:12
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L’assenza di acqua nelle celle del carcere di Avellino è stata il pretesto per una rissa che ha coinvolto ieri una trentina di detenuti. Ad avere la peggio tre reclusi napoletani che sono stati trasportati all’ospedale Moscati con gravi ferite. A uno è stato strappato un pezzo di naso. Gli altri hanno riportato fratture alle costole e lesioni alla milza. Al pronto soccorso anche un agente penitenziario che ha avvertito un malore durante le operazioni di contenimento dei disordini. Al momento della rissa - ed è motivo di protesta dei sindacati degli agenti - in tutto l’istituto erano presenti cinque agenti a vigilare su 520 detenuti. Nella Sezione Penale (dove sono accaduti i fatti violenti), invece, erano appena due i poliziotti penitenziari in servizio.

La situazione è molto tesa già da qualche giorno. L’altro ieri i detenuti dell’Alta Sicurezza, circa una cinquantina, hanno protestato per la mancanza di acqua. Sono usciti dalle loro celle e hanno raggiunto i cancelli chiedendo delucidazioni. I fatti sono accaduti nel pomeriggio di ieri. Protagonisti della rissa i ristretti della Sezione Penale.

A fronteggiarsi due gruppi: alla base ci sarebbe lo scontro di potere tra i detenuti all’interno della casa circondariale. A supporto dei poliziotti già in servizio, anche i colleghi del Nucleo Traduzioni. Gli agenti hanno cercato in tutti i modi di placare gli animi.

Una situazione difficile e molto tesa che è andata avanti per qualche ora. I tre detenuti feriti sono stati ricoverati all’ospedale cittadino Moscati, uno per una lesione con frattura al setto nasale, gli altri due hanno riportato fratture alle costole e lesioni alla milza. La prognosi per i feriti è di oltre venti giorni. Gli altri detenuti coinvolti sono stati medicati nell’infermeria del carcere. Per cinque detenuti tutti della provincia di Napoli, che avrebbero scatenato la rissa, è stato disposto l’allontanamento dall’istituto. Sui fatti è stata informata la Procura della Repubblica di Avellino. Una situazione resa ingestibile anche per la grave carenza di personale.

Un’emergenza che sta andando avanti già da diversi giorni. Ci sono stati alcuni black out elettrici che hanno determinato lo stop all’erogazione dell’acqua. I detenuti si sono trovati senza acqua anche mentre stavano facendo la doccia. I disagi sono man mano aumentati. Una situazione di insofferenza per i reclusi fino all’iniziativa di protesta. A loro si sono uniti i ristretti delle Sezioni Comuni. È così scoppiato il caos. Alcuni avrebbero approfittato della situazione per attuare una spedizione punitiva nei confronti di due detenuti marocchini. Si tratta di due fratelli che sono stati massacrati di botte.

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L’Osapp preannuncia una dettagliata denuncia per quanto sta accadendo a Bellizzi Irpino. Sulla stessa linea, Gennarino De Fazio della Uilpa: «A vigilare su circa 500 ristretti nelle sezioni detentive del carcere avellinese erano appena due appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria. Del resto, solo l’altro ieri abbiamo lanciato un nuovo allarme con una nota indirizzata ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Serve un decreto che, prendendo atto dell’emergenza in essere e con procedure d’urgenza, consenta cospicue assunzioni straordinarie e il potenziamento degli equipaggiamenti».


Parla di «gestione fallimentare nella casa circondariale di Avellino», Emilio Fattorello consigliere nazionale dell’Osapp. A suo dire ciò si verifica «per l’assenza di un direttore dell’istituto e di un comandante del reparto titolari». Secondo Fattorello «le visite di Ferragosto dei funzionari del ministero e dell’osservatorio sulle condizioni delle carceri hanno dato un’immagine completamente diversa dalle reali e attuali condizioni emergenziali che vivono i detenuti e le impossibili condizioni lavorative della Polizia Penitenziaria e degli altri comparti, in particolare quello sanitario».

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