Avellino, clan Partenio, gli avvocati: «Invenzione investigativa»

Il tribunale di Avellino
Il tribunale di Avellino
Mercoledì 21 Giugno 2023, 09:48
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«Il nuovo clan Partenio è una fallace convenzione investigativa, presunta sul nulla». A sostenerlo l'avvocato Raffaele Bizzarro che nel processo sul nuovo sodalizio criminale, smantellato dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli nel 2019 con 21 misure cautelari, difende gli imputati Diego Bocciero e Carmine Valente. Ieri oltre all'avvocato Bizzarro hanno discusso gli avvocati Patrizio Dello Russo, Ferdinando Letizia, Antonio Del Vecchio e Raffaele Doria che hanno ritenuto insussistenti le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso. I difensori degli imputati accusati di associazione di stampo camorristico, estorsione, turbata libertà degli incanti e usura hanno tentato di far cadere il castello accusatorio dei Pm della Dda di Napoli Henry John Woodcock, Simona Rossi e Luigi Landolfi. Ricordiamo che il pm Rossi, al termine della sua requisitoria, ha chiesto quasi 4 secoli di reclusione per i 21 imputati. Anche per l'avvocato Antonio Del Vecchio, co-difensore di Carmine Valente «L'assemblaggio di più episodi dovrebbe dimostrare l'esistenza di un'associazione? Non è così, perché avrebbe qualcosa di tendenzialmente alieno dal nostro sistema giudiziario». Per i suoi avvocati Bizzarro e Del Vecchio «Carmine Valente non è presente in alcuna intercettazione, non parla mai con i presunti vertici del sodalizio criminale, né qualcuno lo contatta».

 

In aula hanno discusso anche i difensori di Renato Freda, gli avvocati Patrizio Dello Russo e Fernando Letizia. Per la difesa di Freda, titolare della società Ni.Re «Non esiste alcuna prova che Freda si metta a disposizione del clan. Nessuna traccia negli episodi di usura, nessuna ingerenza nell'attività di appalti pubblici». Particolarmente dura anche la requisitoria del difensore di Luigi De Simone, Raffaele Doria: «Si tratta di fantasie, stiamo parlando di persone detenute nonostante non abbiano precedenti penali. Non c'è mai stato alcun contatto tra il mio assistito e gli altri imputati. Non ci sono prove di alcun tipo nei confronti del mio assistito, eppure Luigi De Simone è ancora sottoposto alla misura cautelare. Inoltre, l'imputato è stato trovato in possesso di armi perché era un cacciatore regolarmente autorizzato. Il porto d'armi è stato regolarmente concesso proprio dai carabinieri».

In aula si torna il 27 giugno, quando dovranno discutere i difensori di Nicola Galdieri, Gaetano Aufiero e Claudio Davino e il difensore degli imputati Ernesto e Giuseppina Nigro, Alberico Villani. 

 

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