Due ricoveri poi il decesso di Gerardina, resta l'ipotesi botulino

Sempre grave il marito

I coniugni Gerardina Corsano e Angelo Meninno
I coniugni Gerardina Corsano e Angelo Meninno
di Vincenzo Grasso
Giovedì 2 Novembre 2023, 11:44 - Ultimo agg. 18:03
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È il Sostituto Procuratore della Repubblica di Benevento, Maria Amalia Capitanio, a coordinare le indagini per accertare i fatti che hanno determinato martedì scorso, a seguito di una gravissima intossicazione alimentare, il decesso presso l'Ospedale S. Ottone Frangipane, della quaranteseienne Gerardina Corsano. Mentre restano tuttora precarie le condizioni di salute del marito, Angelo Meninno, imprenditore agricolo cinquantaduenne, ricoverato attualmente al Cotugno di Napoli. Sotto sequestro, un atto dovuto, la pizzeria Oasi di rione Martiri. Le indagini affidate al Commissariato di Polizia di Stato di Ariano Irpino e alla Squadra Mobile di Avellino vertono innanzitutto sull'ipotesi che sia stata un'intossicazione da botulino a provocare il decesso della donna. Lo stesso batterio che potrebbe aver attaccato l'organismo del marito: il quale non è ancora uscito del tutto da una condizione l pericolo di vita il marito. In effetti si tratta di ripercorrere momento per momento quanto è accaduto ai due coniugi da sabato sera a martedì mattina.

I dati certi non mancano: i due, che si sono portati sabato sera presso la trattoria di Ariano Irpino, hanno consumato due pizze sulle quali hanno versato alcune gocce di olio con piccante.

Ritornati a casa, hanno cominciato ad avvertire dolori gastrointestinali. Ciò non ha impedito loro di partecipare domenica mattina ad una cerimonia di battesimo di un proprio familiare, senza però essere presenti al pranzo in un noto ristorante locale. Questo perché nel frattempo sono riapparsi più intensi e insopportabili i dolori gastrointestinali, tanto da costringerli domenica a ora di pranzo a recarsi presso il pronto soccorso dell'ospedale arianese, dove, dopo le cure del caso, sono stati dimessi. Tutto risolto? Niente affatto. Dopo un'altra notte di grossi disagi i due coniugi hanno fatto nuovamente ricorso martedì al pronto soccorso di Ariano Irpino. Ma mentre le condizioni di Angelo Meninno sono apparse meno gravi, per Gerardina Corsano è cominciato il calvario che l'ha portata alla morte.

A questo punto la Procura della Repubblica di Benevento, immediatamente informata, ha disposto prima il sequestro delle cartelle cliniche dei due coniugi e successivamente dei locali e di diversi alimenti dove sono state consumate le pizze. In questa operazione gli Agenti della Polizia di Stato sono stati coadiuvati dai Nas di Salerno e dai tecnici dell'Asl di Avellino. Ovviamente, la possibilità di pervenire alla verità dei fatti potrà arrivare solo dall'esame autoptico sul corpo della donna che sarà eseguito nelle prossime ore. In mattinata, infatti, sarà reso noto il nome del perito incaricato per questa delicata operazione. Naturalmente cominciano già a registrarsi alcune prese di posizione. L'avvocato Guerino Gazzella, che difende gli interessi della titolare della pizzeria, ci tiene a ribadire che «la sua assistita, prima di ogni altra cosa, intende formulare, come lui, il più sentito cordoglio alla famiglia della signora Gerardina Corsano», augurando pronta guarigione ad Angelo Meninno.

«È necessario precisare- ribadisce inoltre l'avvocato Gazzella- che, immediatamente, la mia assistita si è resa disponibile a collaborare con le forze di polizia giudiziaria che, in questo momento, stanno svolgendo tutte le indagini del caso». Grande attenzione a tutte le produzioni nel locale, dicono i titolari. A tal proposito ci tiene a evidenziare che i prodotti oggetto dei controlli sono stati utilizzati da numerosi altri utenti della struttura e anche dalla stessa famiglia del titolare, senza determinare alcun problema», dice l'avvocato. Che aggiunge: «Per questo, confidiamo vivamente negli accertamenti giudiziari in corso, affinché, possa emergere, chiaramente, la verità. Attendiamo gli esiti delle indagini in corso e, allo stesso tempo, abbiamo intrapreso tutte le opportune e necessarie attività difensive utili a tutelare la mia assistita».

 

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