Il rapper Saìd torna in scena e canta l’inferno

Luca De Stefano, pubblica un nuovo brano Malavita che è disponibile da oggi on line

Il rapper di Solofra Saìd
Il rapper di Solofra Saìd
di Massimo Roca
Venerdì 2 Febbraio 2024, 00:00
4 Minuti di Lettura

Cantare l’inferno ricordandolo dal paradiso. Luca De Stefano, per tutti Saìd, ritorna dopo un anno di pausa operativa. La scorsa settimana è uscito su Spotify Malavita. Dalle 14 di oggi, sul canale youtube Saìd Official, sarà disponibile anche il videoclip realizzato da Lucrezio Tv e girato a tra Las Palmas e Palma Campania. Un parallelismo casuale ma che sembra voluto. Luca De Stefano ha lasciato Solofra per stabilirsi alle Canarie. Qui ha aperto uno dei famosi Cannabis Social Club tipici dell’isola. È infatti consentito l’uso e la coltivazione privata (in casa o proprio nei social club) di cannabis a scopo terapeutico o ludico. Una sterzata definitiva in un contesto che ci farebbe pensare più a brani come Vita tranquilla di Tricarico che a quest’ultima uscita. Dopo un anno di silenzio, a fronte di una seconda metà di 2022 estremamente prolifica, Saìd ritorna a farsi sentire. Storie suburbane, storie di ghetto, appunto di “malavita”. Codici comportamentali ben definiti.

Un filone abbastanza inflazionato, ma che ha deciso di continuare a percorrere: «I miei ascolti da ragazzino inevitabilmente mi hanno influenzato. Il ghetto americano o i nostri Co’ Sang con la loro poesia cruda. È quello che mi ispira fare musica da sempre e mi consente di esprimermi al meglio nella scrittura di un testo. Il 2023 è stato un anno di costruzione. Ho messo su il mio studio qui a Las Palmas e con il mio produttore Masker abbiamo ricominciato a scrivere nuova musica».

Da aprile a dicembre 2022 una serie di singoli: Intro – senza lieto fine, Che vuò ra me, Sord cash, KTM, Chiamm ancor, Sole e luna. Malavita che ci appare la naturale prosecuzione di questo filone. «Non è proprio così. Malavita nasce in un periodo un po’ particolare. È una finestra su un certo mondo adolescenziale. Una denuncia su ciò che molti ragazzi sono disposti a fare per ottenere soldi facili mettendosi nei guai. Nel video l’interpretazione di Michele Montuoro non lascia scampo ad equivoci sebbene la scelta musicale addolcisce le asperità del testo e delle immagini. Quella di Saìd è una fotografia impietosa. Ripete: “Non a po cagná, chest è na malavit”. Sono testi che spesso vengono criticati per essere l’esaltazione di un determinato mondo. In questo caso è chiara la constatazione amara su un contesto tutt'altro che da esaltare: «È un monito, un’esortazione a non intraprendere quella strada. È come dire a tuo figlio non fare questa vita perché poi non la potrai cambiare».

La scelta di reppare in napoletano sembra una conseguenza dei temi scelti. L’idea di cambiare è balenata ma è stata riposta subito nel cassetto: «Anche il mio produttore mi esorta. Ho provato a scrivere dei pezzi in italiano, ma non mi sento a mio agio. In napoletano riesco ad esprimermi al meglio, a raccontare e far arrivare il messaggio».

Stiamo componendo nuova musica, nuovi brani che usciranno nei prossimi mesi. Sarà un 2024 prolifico sotto questo aspetto». Uno dei video precedenti è ambientato sulle dune tipiche delle Canarie. Fino ad ora, però, entrato ancora nulla del suo nuovo mondo nei testi: «Hai ragione. La mia è ancora la musica del ghetto. Parla d’amore o di strada ma è a quell’ambiente che si rivolge. Qui per fortuna il ghetto non esiste: vivono tutti una vita molto tranquilla. È difficile fissarlo in un testo o almeno io non ci sono ancora riuscito. È più un posto contemplativo che ti permette di riflettere e ti aiuta a scrivere nuova musica su ciò che si è vissuto in precedenza». La prossima settimana c’è Sanremo. Dalle Canarie Saìd è pronto a sintonizzarsi. Il suo preferito? Facile immaginarlo: Geolier: «Anche lui viene dalla scuola dei Co’ Sang. Faremo il tifo per lui».