Parco Fenestrelle: intesa tra i Comuni,
appello alla Regione per i fondi

Parco Fenestrelle: intesa tra i Comuni, appello alla Regione per i fondi
di Flavio Coppola
Venerdì 11 Febbraio 2022, 10:20
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I Comuni del «Fenestrelle» firmano l'accordo e chiamano De Luca: subito l'istituzione del Parco intercomunale di interesse regionale. Dopo aver approvato la pratica nei 4 Consigli comunali, i sindaci di Avellino, Atripalda, Mercogliano e Monteforte, Gianluca Festa, Geppino Spagnuolo, Vittorio D'Alessio e Costantino Giordano, hanno suggellato l'atto associativo per trasformare l'area che si estende lungo il corso d'acqua, da zona franca inquinata e troppo spesso vittima degli incivili, in un vero e proprio complesso naturalistico riqualificato e rigenerato. Ma ora tocca all'ente regionale di Palazzo Santa Lucia.

Parlando anche a nome delle altre tre fasce tricolore, il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, lancia il suo appello: «La volontà espressa dalle comunità, attraverso i consigli comunali, è convinta e ferma.

E dovrebbe spronare la Regione, ma siamo certi che sarà così, a fare in fretta. Perché con il parco regionale del Fenestrelle possiamo davvero diventare un rifermento per la Campania». Festa parla di «una data importante e una tappa fondamentale». «Ovviamente assicura non ci fermiamo qui. Dopo tanti anni di parole, abbiamo posto la prima pietra, con un accordo deliberato e firmato da tutti. Prima spiega ci sarà il finanziamento per la pulizia del corso d'acqua, garantito dal consigliere Francesco Emilio Borrelli; poi, proveremo ad avere fondi per la progettazione». E' questo il prossimo step: «La differenza vera, anche in vista dei fondi del Pnrr riflette - sarà avere un progetto definitivo o esecutivo per essere finanziati». Intanto, in pochi mesi, i 4 comuni hanno stretto un accordo di cui si parlava da 20 anni. Festa ne è convinto: «Ci sono grandi opportunità. I soldi ci saranno, l'idea e la risorsa ci sono, e l'obiettivo ambizioso è stato condiviso».

Perché tutto non sia stato vano, ora la Regione deve istituire formalmente il Parco intercomunale di interesse regionale. Nell'atto associativo firmato ieri, sotto lo sguardo attento dell'assessore all'Urbanistica di Piazza del Popolo, Emma Buondonno, che ha curato ogni passaggio, è scritto tutto ciò che il Parco dovrà diventare. Proposta l'«istanza alla Regione», il Parco realizzerà «la rete ecologica della provincia di Avellino, con una gestione in chiave economico-produttiva compatibile». Il Parco potrà ottenere, si legge, «l'eventuale contributo regionale in occasione di Bandi o Avvisi pubblici» e sarà guidato da una cabina di regia costituita dai sindaci dei 4 Comuni o d da un loro assessore delegato con pari peso decisionale». I suoi compiti saranno «promuovere tutte le azioni per la salvaguardare la valorizzazione del territorio del parco, stabilire le priorità di intervento sulla base di dati ufficiali e proporre ed approvare programmi e progetti». Fino all'istituzione del Parco di interesse regionale, le funzioni di programmazione, indirizzo e controllo della gestione saranno attribuite ai Comuni che ne fanno parte. Poi l'Ente, sotto l'egida della Regione, potrà camminare con le proprie gambe. Gli ultimi due episodi di taglio selvaggio degli alberi che costeggiano il fiume ad Avellino dimostrano quanto sia necessario cambiare metodo. Prima, un intero costone raso al suolo da un privato, senza permessi, a ridosso della bretella che collega la periferia a Corso Europa; poi, l'intervento di taglio degli alberi della sponda sinistra del fiume all'altezza di via Madonna de la Salette, stavolta incredibilmente autorizzato proprio dal Comune di Avellino.

Per contro, gli obiettivi strategici del Parco del Fenestrelle, già stati fissati dal protocollo di intesa che ne è alla base, sono di portata storica. Andranno finalmente realizzate «azioni comuni in tema di perimetrazione del territorio, risanamento ambientale e bonifica dell'intera area, messa in sicurezza degli argini con interventi di ingegneria naturalistica e creazione di corridoi verdi e blu per attenuare le temperature nell'area urbana». Poi il «monitoraggio del suolo e delle acque», oggi inquinate come certifica l'Arpac, ma anche della «flora e fauna», con l'individuazione delle «fonti di inquinamento e la valorizzazione delle attività agricole». Quindi, tutti i progetti di valorizzazione anche turistica: dalla famosa ciclovia agli «interventi di rifunzionalizzazione dei mulini presenti lungo il corso d'acqua e delle officine del parco». Un passo alla volta, ma almeno si cammina.
 

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