La Cosmopol si difende: «La cessione del ramo di azienda risale a tre anni fa»

L'inchiesta sulla società di vigilanza

La Cosmopol
La Cosmopol
di Alessandra Montalbetti
Domenica 10 Settembre 2023, 11:11 - Ultimo agg. 12:33
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 «Non si tratta di un commissariamento bis e al momento è commissariata soltanto la Cosmopol Servizi spa». I vertici della società - che si occupa di vigilanza privata, di servizi di guardiania e vigilanza armata con il quartiere generale ad Avellino e decine di sedi disseminate in tutt'Italia accusata di caporalato e di pagare stipendi da fame (circa 5 euro lordi all'ora) - precisano che sono stati loro stessi a «comunicare all'amministratore giudiziario nominato dalla procura di Milano, della cessione del ramo di azienda». «Operazione intrapresa tre anni fa la cui definizione era prevista nel 2023 e dunque si è reso necessario comunicare il passaggio dei dipendenti da una società all'altra. Ed ancora la cessione non riguarda 4mila dipendenti, ma soltanto 1500 posizioni lavorative».

Precisano, ancora che il pubblico ministero Paolo Storari ha stabilito che l'amministratore giudiziario dovrà seguire esclusivamente i servizi di portierato e guardiania (vigilanza non armata) e non quelli di fiducia e di trasporti di valori «garantendo di fatto la continuità del lavoro svolto».

La società precisa anche che «i contratti di lavoro - sui quali si è concentrata l'inchiesta della procura di Milano da fine agosto quando è stato emesso il primo decreto urgente di commissariamento dopo le decine di denunce dei dipendenti - sono stati sottoscritti alla presenza delle sigle sindacali e sono uguali a tutti gli istituti di vigilanza che operano in Italia. Va precisato inoltre la Mondiapol, l'Italpol e la Cosmopol versano tutte nelle stesse condizioni».

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Intanto dopo la comunicazione della cessione del ramo d'azienda si è resa necessaria oltre all'iscrizione nel registro degli indagati del legale rappresentante della Cosmopol, Francesco Perrotti dell'iscrizione di Carlo Lettieri rappresentante della Cosmopol servizi integrati. I due sono accusati di caporalato e le accuse nei loro confronti sono mosse dalla procura di Milano. Il «controllo giudiziario» anche sulla Cosmopol servizi integrati è stato disposto per non vanificare il primo provvedimento giudiziario firmato ad agosto. Controllo conclusosi con la decisione del gip Domenico Santoro che ha emesso un nuovo decreto di commissariamento. In questo modo, nelle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza e coordinate dal pubblico ministero Paolo Storari - già titolare del fascicolo d'inchiesta sul caso Mondialpol - ora la società che risulta commissariata per sfruttamento dei lavoratori è diventata la Cosmopol servizi integrati spa.

«Per impedire che si verifichino ancora situazione di grave sfruttamento lavorativo» scrive il giudice nel provvedimento, «l'amministratore giudiziario controllerà il rispetto delle norme e delle condizioni lavorative e procederà alla regolarizzazione dei lavoratori». Il fascicolo d'inchiesta è stato aperto dopo che una dipendente aveva presentato la denuncia. Dopo di lei altri dieci dipendenti avevano confermato quanto denunciato dalla donna. Dalle testimonianze raccolte dagli inquirenti milanesi è emerso uno spaccato poco rasserenante, condizioni lavorative pessime, nonché episodi di body shaming, oltre che paghe da fame. Stando alle denunce i lavoratori sarebbero stati pagati 5 euro all'ora per una paga lorda mensile di 950 euro (circa 650 euro netti).

Una somma che ad avviso degli inquirenti non sarebbe proporzionata. 

 

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