Avellino: omicidio Bembo, il legale degli indagati: «Corteo incivile»

Il corteo per la morte di Roberto Bembo
Il corteo per la morte di Roberto Bembo
di Alessandra Montalbetti
Mercoledì 9 Agosto 2023, 09:45
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«Il corteo di ieri è stato un atto di inciviltà e non doveva essere autorizzato. Mi dispiace per chi ha dato il via libera a quella manifestazione». A sostenerlo, all'indomani della marcia silenziosa alla quale hanno preso parte circa 500 persone (per chiedere giustizia e verità per Roberto Bembo, il 21enne di Mercogliano ucciso con tre fendenti all'alba di Capodanno), l'avvocato dei due indagati, il penalista Gaetano Aufiero. Ma il primo cittadino di Mercogliano, Vittorio D'Alessio non ci sta e prende una posizione al fianco dei ragazzi che sono scesi in piazza insieme ai familiari di Roberto Bembo, difesi dall'avvocato Gerardo Santamaria. «Sono con loro, anche se per qualcuno ciò significa essere incivili. I ragazzi hanno lanciato un messaggio senza precedenti. Una muta richiesta che fa molto più rumore di tante parole fuori posto e di dubbio gusto. Ieri ero con loro anche se non fisicamente, continuiamo a onorare la memoria del nostro caro Roberto, continuiamo a onorare il nome della Mercogliano civile che è contro ogni forma di violenza e illegalità, continuiamo a credere nella giustizia e non cadiamo in nessuna provocazione».

L'avvocato Aufiero, dal canto suo, sostiene che «la giustizia non si fa nelle pubbliche piazze, non si fa in strada, ma va amministrata nelle aule giudiziarie e dunque qualora i genitori di Bembo, ai quali va tutta la mia vicinanza, non condividano un provvedimento giudiziario legittimo - come quello emesso dal giudice Fabrizio Ciccone con l'attenuazione delle misure per Nico Iannuzzi e Luca Sciarrillo, attualmente sottoposti agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico dopo sette mesi di detenzione intramuraria hanno a disposizione altri strumenti. Tramite il loro legale avrebbero potuto presentare una memoria o un sollecito entro i due giorni a disposizione dopo la notifica del provvedimento del giudice Fabrizio Ciccone. Cosa che non hanno fatto. A mio avviso non si può legittimare una manifestazione del genere tesa a contestare le decisioni del giudice, che possono solo essere impugnate. È inutile che ci nascondiamo, a mio avviso con il corteo hanno voluto fare pressione indebita sull'autorità giudiziaria.

I magistrati meritano rispetto sempre».

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Per l'avvocato Gaetano Aufiero la manifestazione andava evitata «perché non si contestano le decisioni della magistratura con un corteo. Sono rimasto basito quando ho appreso che il corteo arrivava fin davanti al palazzo di giustizia, oltraggiato già pochi giorni fa con l'affissione di uno striscione nel quale si affermava "vergogna" per la decisione di scarcerare i due presunti autori del delitto. Episodio per il quale sono in corso delle indagini. Sono rimasto basito anche per le dichiarazioni rilasciate con le quali si invoca il ritorno in carcere dei due presunti autori del delitto. Ancora una volta devo dire che i familiari di Roberto Bembo, sempre tramite il loro legale, avrebbero potuto presentare un sollecito al pubblico ministero titolare del fascicolo per chiedere di impugnare la decisione del gip, che con il corteo, invece, si è visto pubblicamente e verbalmente aggredito per la sua decisione». L'avvocato va avanti e precisa che tra il carcere e gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico «non c'è nessuna differenza, ed è solo il giudice a poter e a dover effettuare una legittima valutazione dell'idoneità della misura cautelare domiciliare a preservare le esigenze cautelari, anche per evitare che la misura cautelare si tramuti in illegittima anticipazione di pena». Per l'avvocato Santamaria: «è doveroso rappresentare che il corteo non aveva alcuna intenzione di condizionare le scelte, nè contestare il giudice». 

 

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