Lauro, il giallo del castello: devastato l'agrumeto regalato dal principe Lancellotti

«Non mi lascio intimidire e dono le arance»

Devastato l'agrumeto del principe Lancellotti
Devastato l'agrumeto del principe ​Lancellotti
di Katiuscia Guarino
Sabato 6 Gennaio 2024, 08:00 - Ultimo agg. 7 Gennaio, 09:09
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«Non mi lascio intimidire e dono le arance». È amareggiato, ma non si abbatte, Pasquale Colucci, avvocato di Lauro, in Irpinia, impegnato da anni in attività anticamorra e con un passato in politica. Per lui l'anno è cominciato nel peggiore dei modi: durante la notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio sono stati tagliati gli alberi secolari di agrumi che circondano la torre che gli è stata donata insieme all'agrumeto dal principe romano Pietro Lancellotti. L'omonimo castello, noto alla clientela campana quale location per cerimonie, si trova a due passi. Un giallo, forse una vendetta, nei confronti del professionista, che cura le pratiche legali per il nobile capitolino (legatissimo all'Irpinia) e che ha ricevuto in donazione l'antica struttura e l'appezzamento. Un episodio grave, ancor più se si considera che è avvenuto in una terra per anni devastata dalle faide di camorra. Il Vallo Lauro in passato ha visto imperversare gli uomini dei clan locali, i Cava e i Graziano. Cosa ci sia, ora, dietro questa vicenda stanno cercando di scoprirlo i carabinieri. Forse, quelle proprietà del principe, che stabilmente vive a Roma, facevano gola a qualcuno. Ma si è ancora nella fase delle ipotesi. L'avvocato gestisce anche le questioni connesse a tutti i possedimenti del principe, compreso l'imponente castello. Colucci è molto attivo, poi, anche nel sociale e nelle iniziative anticamorra. Fu promotore del comitato 26 maggio, che venne costituito subito dopo la strage delle donne avvenuta a Lauro nel 2002 (in uno scontro a fuoco tre donne della famiglia Cava restarono uccise, due ferite, e due donne ferite ci furono pure nella famiglia Graziano).

Sei le piante secolari di agrumi di alto fusto che sono state abbattute e sfregiate.

Sono state tagliate e fatte cadere al suolo. I frutti erano già maturi sugli alberi. Erano solo da raccogliere. Uno sfregio. Chi ha agito, lo ha fatto per procurare il danno maggiore. Lo scempio è stato compiuto, con molta probabilità, mentre venivano esplosi i fuochi di Capodanno. Le indagini sono affidate ai carabinieri della Compagnia di Baiano che procedono per danneggiamento. L'agrumeto che circonda la torre si trova lungo la via provinciale che collega Lauro a Taurano. Lo scorso mese di ottobre, l'avvocato Colucci aveva ricevuto la donazione. L'altro giorno l'amara sorpresa. Il professionista non sa darsi una spiegazione. Comunque, non arretra e prosegue nella sua azione di sensibilizzazione. «Con gli agrumi degli alberi buttati giù vogliamo realizzare con mia moglie delle marmellate e offrirle in piazza, soprattutto ai bambini, cercando in questo modo di sensibilizzare la comunità alla legalità», ribadisce Colucci. «Il mio risentimento evidenzia - è per l'imperversare di queste pratiche barbare e per certi aspetti anche camorristiche. Sto ricevendo aiuto e solidarietà da familiari e amici. E questo mi fortifica. Vado avanti». Colucci si rimboccherà le maniche e andrà avanti. Vuole riportare all'antico splendore la Torre che sorge a circa quattrocento metri dal castello Lancellotti, di proprietà del novantenne principe Lancellotti. Per tutti, nel Vallo di Lauro, è semplicemente don Pietro. 

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