Filovia, così non va: «Bisogna incentivarne l'uso»

L'opera è entrata in funzione a distanza di trenta anni dalla sua progettazione

Nessuno utilizza la filovia
Nessuno utilizza la filovia
di Rossella Fierro
Lunedì 8 Maggio 2023, 09:43
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Biglietti ridotti, campagna informativa, revisione dell'intera organizzazione del trasporto urbano. Sono queste le proposte che i sindacati avanzano per far decollare la metropolitana leggera ed evitare che l'infrastruttura, da un mese in esercizio, non superi l'esame del semestre di prova.

Luca Napolitano (Filt Cgil) analizza le problematiche emerse: «Così com'è stato organizzato il tragitto, la metro non ha molto senso di esistere perché si sovrappone al percorso delle linee storiche che da Atripalda passano per Avellino e arrivano a Mercogliano e viceversa. Peraltro, farla iniziare dalla stazione ferroviaria, che finché non sarà elettrificata la tratta Avellino-Salerno-Benevento resterà un binario morto, significa farla partire già vuota».

L'opera entrata in funzione a distanza di trenta anni dalla sua progettazione va, dunque, ricalibrata sulle esigenze attuali.

Per il segretario della categoria trasporti Cgil neanche l'ampliamento del percorso fino ad Atripalda e Mercogliano, a cui sta lavorando il Comune, ha molto senso perché, spiega, «i due comuni non hanno alcuna intenzione di palificare le strade per alimentare la metro, quindi bisognerebbe farla passare a motore termico, andando così a sostituire le linee già esistenti. Diverso, invece, sarebbe immaginare due terminal bus decentrati, come pure aveva annunciato il sindaco, agli ingressi est e ovest della città, provando così ad intercettare tutti coloro che arrivano dall'hinterland e dalla provincia per portarli in centro».

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Puntare sul minor impatto ambientale della filovia, attraverso biglietti a prezzi ridotti, è la proposta di Michele Caso (Uil trasporti): «La metropolitana leggera inquina di meno rispetto agli altri mezzi e andrebbe privilegiata anche solo per questo. Invece è stata inserita nel circuito della mobilità urbana senza però aver pianificato un progetto che potesse permettere la conoscenza, l'efficacia e la validità del servizio. Ogni sforzo rischia di essere vanificato se non si interviene con campagne di informazione e di incentivo all'utilizzo. A partire da una politica tariffaria. Bisogna lavorare a prezzi calmierati per studenti, pensionati e lavoratori altrimenti le persone non percepiscono la differenza tra una metropolitana elettrica e le linee normali. In questa fase di sperimentazione bisogna puntare su questo, prima che sulla dislocazione dei terminal agli ingressi della città che comunque non avverrà nell'arco dei sei mesi di prova». L'invito di Caso, a Comune e Air, è di agire in fretta senza aspettare la fine dei sei mesi di sperimentazione: «Dal 3 aprile ad oggi, i mezzi circolano semivuoti e ci avviciniamo alla lunga chiusura estiva delle scuole quando, inevitabilmente, ci sarà un ulteriore calo di presenze a bordo. Quindi bisogna intervenire con correttivi immediati per rilanciare l'infrastruttura e incentivare la coscienza ambientalista attraverso iniziative che possano invogliare l'utilizzo della metro».

Un servizio gratuito per sollecitare l'utilizzo del mezzo è quello che chiede anche Francesco Codella (Fit Cisl): «Dopo tutti i soldi spesi non possiamo permetterci il fallimento. Ecco perché bisogna creare condizioni per rilanciarla e far comprendere alla cittadinanza cosa offre il servizio e allo stesso tempo evitare il sovrapporsi del tragitto con quello delle altre linee. Su tutto questo siamo pronti a confrontarci con Air e Comune con l'obiettivo di salvare l'infrastruttura».
 

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