Ospedale Landolfi, «Al taglio del nastro seguano gli step necessari per far ripartire davvero i servizi»

La segretaria generale della Fp Cgil, Licia Morsa, e il segretario Provinciale, Pietro de Ciuceis, intervengono attraverso una nota congiunta

Licia Morsa, segretaria generale Fp Cgil Avellino
Licia Morsa, segretaria generale Fp Cgil Avellino
Lunedì 17 Aprile 2023, 23:47 - Ultimo agg. 18 Aprile, 08:59
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Sulla riapertura, presunta o reale, dell'ospedale Landolfi di Solofra la segretaria generale della Fp Cgil, Licia Morsa, e il segretario provinciale, Pietro de Ciuceis, intervengono attraverso una nota congiunta.

«Innanzitutto, il Landolfi non è mai stato chiuso totalmente. Qualcuno si dimentica che, su nostre pressanti richieste, l’Azienda ha mantenuto attivo il Servizio di Dialisi e il Laboratorio Analisi e, fino a qualche tempo fa, anche la Radiologia, al totale servizio di un territorio che la Asl ha estrema difficoltà a gestire, viste le condizioni operative e strutturali del presidio di Montoro. Vogliamo poi ricordare che una struttura come il nuovo Landolfi non potrà mai aprire di botto, ma lo dovrà fare, obbligatoriamente, per step. Questo a causa della complessità dei nuovi servizi che ospiterà».

«Detto questo, capiamo gli screzi fra politici e ce ne facciamo una ragione, ma, visto quello che è successo a quello che fu un ospedale a Solofra e quello che sta accadendo ad Irpiniambiente, oggi la nostra, oltre che doverosa attenzione, è diventata preoccupazione.

Non condividiamo posizioni a prescindere da parte di chi deve tutelare tutti noi, di qualsiasi bandiera politica esso sia. È necessaria una vigilanza attiva, affinché, quanto previsto dal nuovo atto aziendale, si realizzi anche a Solofra, che, oggi, per noi è tecnicamente uno “stabilimento” sanitario dell’Aorn Moscati. Tuttavia, nulla vieta che, in condizioni diverse, possa ambire a diventare anche altro. L’Azienda sa perfettamente cosa serve per riaprirlo, come noi del resto, e, per questo, non c’è nessuna necessità di suggerimenti e di ulteriori incontri».

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«Al contrario, abbiamo chiesto solo un chiarimento sul destino del personale che, con tanti sacrifici, ha lottato per una struttura con grande senso di appartenenza e, siamo sicuri, che, nei giusti tempi, tornerà a lavorarci, anche se in settori diversi. Alla stessa maniera in cui ci siamo opposti alla “transumanza” prevista ai tempi del Dca 29, oggi riteniamo inopportuno obbligare qualcuno a partire dalla città ospedaliera per dare vita alle prime degenze del Landolfi. Trovare altre vie è possibile».

«Purtroppo, in epoca post covid, la Medicina Generale e d’Urgenza del Landolfi, insieme al suo personale, è stata annullata per lasciare spazio a quella Epatologica della città ospedaliera. Riteniamo che saranno quest’ultima e il suo personale, insieme alla Psichiatria, ad andare per primi a Solofra, appena la Radiologia sarà operativa. Sarà nostro impegno evitare quello che è già successo nelle prime fasi della vicenda dell’accorpamento delle due realtà. Noi, dal canto nostro, continuiamo a guardare verso un futuro da costruire e chiediamo a tutti di fare lo stesso. Chiediamo a tutti di impegnarsi, cominciando dal nuovo Landolfi».

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