Superbonus in Irpinia, dietro la truffa criminalità e colletti bianchi

Continuano le indagini dopo i primi sequestri

La Guardia di Finanza ad Avellino
La Guardia di Finanza ad Avellino
di Rossella Fierro
Giovedì 21 Settembre 2023, 10:03
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Dietro la truffa dei bonus edilizi colletti bianchi e criminalità organizzata. A lanciare l'allarme è il comandante provinciale della Guardia di Finanza, il colonnello Salvatore Minale. L'inchiesta che nei giorni scorsi ha portato al sequestro preventivo di crediti d'imposta fittizi per 3,5 milioni di euro è tutt'altro che chiusa. Il sequestro e la denuncia di 30 persone residenti in Campania, tra loro cinque irpini, accusate di aver presentato, per lavori mai eseguiti, ingenti richieste di crediti d'imposta relativi ai diversi bonus edilizi attivati dal Governo, rappresenta solo il primo capitolo di un'attività di indagine che ora punta a scovare i dominus dell'operazione, i cosiddetti colletti bianchi che hanno utilizzato la presenza di prestanome sui territori, ed eventuali legami con la criminalità organizzata.

Lo stesso colonnello Minale non nasconde la complessità delle indagini in corso ma, al tempo stesso, plaude al lavoro interforze avviato da Procura della Repubblica, GdF e Agenzia delle entrate proprio per far luce sul giro di illeciti che in Irpinia ha già portato a diversi sequestri, compreso quello record pari ad 1 miliardo e 700mila euro. A margine della conferenza di presentazione di "Occhio alla truffa", il progetto di prevenzione rivolto agli anziani, il comandante delle Fiamme Gialle spiega: «partendo da un prestanome noto della provincia irpina abbiamo ricostruito il giro di richieste inviate all'Agenzia delle entrate per ottenere crediti relativi ai bonus edilizi.

Abbiamo accertato che nella maggior parte dei casi i contribuenti che presentavano istanze non avevano alcun requisito per ottenerle, non erano possessori di immobili, alcuni di loro erano percettori di reddito di cittadinanza o avevano precedenti per truffa. Le fatture, per lavori mai effettuati, sono state emesse tutte da una società della provincia di Vicenza, una vera e propria cartiera, senza sede legale, senza sede amministrativa».

Elementi di indagine ritenuti, evidentemente, abbastanza solidi dal gip del Tribunale di Avellino che ha accolto la richiesta di sequestro preventivo avanzata dalla Procura della Repubblica, permettendo così di bloccare i crediti fittizi prima che gli stessi venissero monetizzati. Un'attività di indagine che, adesso, punta ad individuare le menti della maxitruffa. Aggiunge Minale: «quando ci si trova di fronte a truffe di tale livello è chiaro che quello del prestanome è un ruolo marginale. Ci sono alle spalle colletti bianchi, che possono appartenere a qualsiasi settore, commercialisti, ingegneri, architetti o chiunque abbia studiato e compreso norme di non facile lettura e abbia, quindi, la capacità ideativa e realizzativa per costruire una truffa del genere. Non escludiamo nulla, neanche la presenza di criminalità organizzata nella gestione di questi traffici di crediti che possono anche essere utilizzati da aziende realmente operanti per ridurre il pagamento delle tasse negli anni successivi».

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Dalle stime delle Fiamme gialle, i crediti di imposta che potrebbero essere bloccati nell'ambito dell'indagine ancora in corso potrebbero sfiorare i 25 milioni di euro. Truffe diverse ma altrettanto gravi sono quelle che quotidianamente si consumano ai danni delle persone anziane. Per fermarle Comune e Prefettura hanno ideato la campagna informativa di prevenzione "Occhio alla Truffa", annunciata in mattinata dal sindaco, Gianluca Festa, affiancato dal vicario del Prefetto, Rosanna Gamerra, dal comandante Gdf Minale, dal capo della squadra mobile, Gianluca Aurilia, e dal colonnello dei Carabinieri, Giancarlo Santagata.

 

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