Corruzione nel carcere di Trapani: misure cautelari per quattro beneventani

Uno dei detenuti era in cella per un ergastolo

Il carcere di Trapani
Il carcere di Trapani
di Enrico Marra
Venerdì 14 Aprile 2023, 09:41 - Ultimo agg. 11:12
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Per una serie i reati commessi nel carcere di Trapani sono scattate, a seguito dell'operazione denominata «Alcatraz» 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 5 arresti domiciliari. Coinvolti 4 beneventani. Nicola Fallarino, 38 anni, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Cosimo Nizza che ha ottenuto un'ulteriore ordinanza di custodia in carcere. Domiciliari per Annarita Taddeo, 32 anni, Vincenzo Piscopo, 33 anni, e Roberto Fallarino, 33 anni. Le ipotesi di reato a vario titolo sono: corruzione, spaccio di droga, abuso d'ufficio, truffa aggravata, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica, evasione e accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.
Il provvedimento è giunto a conclusione di indagini dei carabinieri di Trapani, coordinati dalla locale Procura, per presunti episodi di corruzione di alcuni agenti della polizia penitenziaria, già in servizio presso la casa circondariale «Pietro Cerulli» di Trapani che, dietro denaro o anche prestazioni sessuali da parte della moglie di un detenuto, avrebbero consentito l'introduzione in carcere di stupefacenti, telefonini (oltre 50 quelli sequestrati) e altri beni (armi improprie, sigarette, profumi) in favore di detenuti nei reparti di Alta sicurezza.

Alle consegne pensavano gli agenti infedeli, o ci si ingegnava con gli espedienti più disparati: alcuni detenuti occultavano il materiale in scarpe o cavità corporee, in altri casi veniva lanciato lancio all'interno del penitenziario un pallone da calcio, che conteneva telefoni cellulari. Il «delivery», in altri casi, avveniva anche attraverso droni. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, alcuni agenti infedeli avrebbero anche utilizzato certificazioni mediche attestanti falsi stati di malattia per poter svolgere lavori extra quali, ad esempio, il servizio di sicurezza presso locali notturni, oppure altre attività personali durante l'orario di lavoro. Nel corso dell'attività investigativa sono state complessivamente sottoposte ad indagini 30 persone, tra cui quattro agenti di polizia penitenziaria, tutti non più in servizio. Uno degli ex agenti è indagato perché avrebbe omesso di denunciare all'autorità giudiziaria il presunto pestaggio di un detenuto ad opera di alcuni agenti penitenziari.
I carabinieri provenienti da Trapani unitamente a quelli della Compagnia di Benevento hanno provveduto a notificare le ordinanze ai 3 destinatari degli arresti domiciliari, che hanno designato come loro legali gli avvocati Vincenzo Sguera, Gerardo Giorgione, Giulia Cavaiuolo, Domenico Dello Iacovo.

Interrogatori fissati lunedì a Trapani, ma i legali hanno chiesto di poterli effettuare da remoto da Benevento.

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