Testa a testa Pd-Noi campani. Il partito di Zingaretti e il nuovo soggetto politico creato pochi mesi fa da Clemente Mastella si contendevano la leadership provinciale. Questo dopo che erano stati resi noti i dati segnati in sole 130 sezioni sulle 342 dislocate sul territorio della provincia di Benevento. Risultato, quindi, assolutamente parziale, in quanto riferito allo spoglio conclusosi in meno della metà dei seggi. Comunque, nelle previsioni. Definitivo, invece, il dato dei votanti: rispetto al 2015, risultano in crescita i cittadini che hanno deposto la mega-scheda nelle urne, oggi siamo al 51,67 % mentre cinque anni fa il Sannio si fermò al 45,41%.
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In quanto ai candidati alla presidenza, pure nel Sannio il successo di Vincenzo De Luca ha assunto dimensioni «straripanti», come lo ha definito il sindaco di Benevento: il governatore uscente aveva intercettato 27. 008 voti, pari al 65,17%. Abbondantemente in ritardo Stefano Caldoro, sostenuto da 6 liste di centrodestra, con 9.553 voti ed il 23,05%. Poi, Valeria Ciarambino che aveva ottenuto 2.197voti, l'8,40%. A Giuliano Granato andavano 377 consensi, corrispondenti all'1,44; Luca Saltalamacchia riportava 95 voti, che era lo 0,36; Giuseppe Cirillo detto «Dr. Seduction» era stato preferito da 30 elettori, dato che gli valeva lo 0,11%; infine Sergio Angrisano 22 voti e 0,05.
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Volendo azzardare un confronto con i dati precedenti, esercizio prettamente accademico, detto che i democrat risultavano in vantaggio su Noi campani con 5.837 voti, pari al 15,29%, tale dato risulta in flessione sia rispetto alle regionali 2015, quando attrassero il consenso del 24,19%, che rispetto alle europee dello scorso anno. Il Pd registrò il 16,40% contro il 15,29 di oggi, che comunque sarebbe un ottimo dato se si tiene conto dei tanti candidati della dirigenza distribuiti nelle liste deluchiane. La lista mastelliana inseguiva forte di 5.295 voti che significavano il 13,87%. Sorprendente il risultato di «Campania popolare» che aveva raccolto 3.608, ossia il 9,45%, collocandosi davanti a De Luca presidente (3.434 voti e percentuale dell'8,99%). Subito dopo, «Campania libera», altra lista di chiaro riferimento deluchiano, laddove i candidati Fernando Errico e Lucia Meccariello avevano fatto convogliare su tale formazione 2.284 voti, pari al 5,98%. A seguire, «Fare democratico», «Centro democratico», «Italia viva»,« + Campania in Europa».
Anche all'interno del centrodestra, sempre sulla base degli anzidetti dati parziali, quindi da prendere con le pinze, si registrava l'altro dato alquanto anomalo rispetto ai pronostici, sicuramente a sorpresa: la Lega era il primo partito di tale coalizione, intercettando sino a quel momento 3.208 voti, ossia l'8,40%. Alla vigilia, invece, i pronostici erano tutti pro Fratelli d'Italia, visto il vento alle spalle che in tutto il Paese alita sul partito di Giorgia Meloni. Fratelli d'Italia riportava, poco dopo la mezzanotte, il 6,92% frutto di 2.812 voti. Solo in terza posizione Forza Italia, che contava 2.655, pari al 6,54%. Ovviamente, i berlusconiani hanno accusato l'abbandono di Mastella che, ancora una volta, ha dimostrato di poter portare un valore aggiunto del tutto personale. In quanto alle preferenze, nel Pd «comandava» Mino Mortaruolo, unico consigliere regionale sannita uscente, con 2.045 preferenze, nel mentre Antonella Pepe ne collezionava 1.464. In Noi campani appariva netta la prevalenza di Gino Abbate: 2.337 i consensi vantati dall'ex presidente della Gesesa, a fronte di Giovanna Razzano che ne contava 887. Senza storia la partita interna a «Campania popolare» il sindaco di Ginestra degli Schiavoni, Zaccaria Spina, primeggiava su Amina Ingaldi forte di 1.862 preferenze contro 104. Molto più serrata la sfida interna alla lista «De Luca presidente», laddove l'ex vice sindaco di Benevento Raffaele Del Vecchio prevaleva sì su Monica Castaldo ma per 642 voti contro i 574 della candidata di Montesarchio.