Sannio: dopo la pioggia il fango, agricoltura in ginocchio

Le associazioni di categoria chiedono aiuto

Campi allagati nel Sannio per il maltempo di giugno
Campi allagati nel Sannio per il maltempo di giugno
di Achille Mottola
Lunedì 19 Giugno 2023, 11:17
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La quiete dopo la tempesta! Almeno lo si spera. La disperazione dei contadini e agricoltori tra San Giovanni a Morcopio nel Comune di San Giorgio del Sannio, la piana del Cubante nel Comune di Calvi e Apice, zone molto colpite dal maltempo e nubifragi quotidiani che in questo mese hanno messo l'agricoltura sannita in ginocchio. Sott'acqua sono andate decine e decine di aziende, ortofrutta e cereali i settori più colpiti. «Tra violente grandinate e campi allagati è andato in fumo il lavoro di una stagione se non di un anno intero. Sarà un'estate disastrosa per l'agricoltura: intere piantagioni di pomodoro sono state distrutte dai nubifragi per non parlare degli altri ortaggi. Quest'anno è da dimenticare il prima possibile». È l'amara constatazione e la vibrata protesta di Vincenzo Errico, uno dei tanti agricoltori della zona che hanno subito ingenti danni alle proprie aziende. I fenomeni climatici estremi, quest'anno, hanno colpito in particolare le aree più fertili della Campania interna, gli eventi calamitosi hanno causato danni a ortaggi, frutteti, vigneti e uliveti, ma anche nella tabacchicoltura e nel settore zootecnico. Dopo le frequenti bombe d'acqua e le violente grandinate è il lento deflusso dell'acqua rimasta nei campi che rischia di soffocare le radici degli alberi nei frutteti e gli ortaggi nei campi fino a farle marcire e il rischio di far scomparire intere piantagioni che impiegheranno anni prima di tornare produttive. Ciò che è già certo, tuttavia, è che quelle poche piante che riescono a spuntare a malapena dalla massa di acqua che si è ritratta e dal fango che è rimasto sono destinate a marcire assieme al pomodoro che era ormai quasi pronto a maturare.

Di piccole e medie aziende agricole a conduzione familiare come quella di Vincenzo Errico, che si trova sulla strada di collegamento Apice-Bonito, ve ne sono tante lungo l'asse del Medio Calore e tutte alle prese con forti criticità legate all'instabilità climatica. C'è anche Antonio, un giovane agricoltore che porta avanti l'azienda familiare e che si trova ad affrontare le criticità del dopo maltempo con innumerevoli difficoltà. «Oltre il maltempo - denuncia il giovane imprenditore - chi ammazza e affossa le nostre attività è l'insostenibile pesantezza della burocrazia. Il problema, lo sappiamo, è quello drammatico dei cambiamenti climatici in atto, ma è anche vero che nessun provvedimento strutturale è stato assunto dai governi che si sono succeduti negli ultimi 10 anni per intervenire soprattutto sul sistema delle assicurazioni. Occorre ampliare la possibilità di assicurarsi contro le calamità, è necessario rendere più sostenibili e accessibili le polizze anche alle piccole e medie imprese del comparto primario». I danni, infatti, secondo alcuni esponenti di organizzazioni di categoria sarebbero incalcolabili. «La situazione è disastrosa - rimarca Giovanna, moglie di un agricoltore impegnato a regimentare le acque nei suoi campi tra Calvi e Apice - siamo nell'emergenza continua. Bisognerà trovare delle soluzioni per non soccombere sotto il peso dell'emergenza climatica. La nostra economia è oramai allo sfacelo. Si accelerino i tempi, si faccia in modo che le promesse divengano realtà nel più breve tempo possibile. Per rialzarsi servono risposte rapide, certe, efficaci». Le immagini dei campi allagati nell'area del Medio Calore, al crocevia tra il Sannio e l'Irpinia, testimoniano la gravità della situazione anche nei nostri territori, trasformati troppo spesso in vere e proprie lagune.

 

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