Aldo Balestra
Diritto & Rovescio

Perché i trattori sfilano
e la gente applaude

La sfilata dei trattori per le strade di Roma
La sfilata dei trattori per le strade di Roma
Aldo Balestradi Aldo Balestra
Sabato 10 Febbraio 2024, 00:50 - Ultimo agg. 01:33
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«Applausi e baci al passaggio dei trattori in centro Roma» (Ansa, 9.2.2024, ore 13.06)
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Nella settimana in cui l'agenda delle notizie è stata quasi del tutto occupata dal Festivald di Sanremo (!), non è certo scomparsa l'importante protesta degli agricoltori europei. Man mano che i giorni passavano anche in Italia, da Nord a Sud, i trattori si sono messi in moto, uno dietro l'altro, sempre di più. Una protesta civile, ma fermissima, contro norme stingenti dell'Ue che, con quel rigorismo tecnico e burocratese tipico di Bruxelles, rischia di mettere il cappio ad un settore traiante non solo dell'economia italiana ed europea, ma dello stesso ...genere umano che vi abita.

Certo, se decine di migliaia di agricoltori sono scese in piazza, spesso con le lacrime agli occhi, con slogan assolutamente veritieri ed efficaci per sostenere una causa altrettanto fondata, la politica non poteva (e non può) far finta di nulla. Dal governo europeo a quelli nazionali, seppur con un certo ritardo, ci sono stati i primi incontri e le prime concessioni ad un settore spesso trascurato e non valorizzato abbastanza. Ma siamo appena all'inizio.

Una piega tutta particolare è quella della protesta in Italia: dagli agricoltori intensivi del Nord Italia, a cominciare da quelli dalla Pianura Padana, a quelli nostrani del Meridione, dove fare agricoltura è ancora più difficile se non, a volte, una scommessa per continuare tradizioni familiari. Eppure gli agricoltori, pur nella incredibile frammentazione delle sigle (che talvolta sono distintivo di piccoli "contadi" produttivi, sindacali e territoriali), sono andati avanti decisi.

Hanno attraversato l'Italia, entrando a Roma fino a Sanremo, dove si poteva fare (e dire) di più della stringata nota letta da Amadeus.

Quel che si è colto, e ci piace sottolineare, nella speranza che questi giorni siamo forieri davvero di una nuova linea politica europea, è stata la condivisione della protesta da parte della gente comune. Nessuno s'è arrabbiato se finiva in coda, per ore, dietro la fila dei trattori. Nessuno ha protestato. Anzi. Fiori, caffé caldi, cornetti e tanti, tanti applausi delle ali di folla al passaggio dei trattori in marcia. Perché i contadini hanno ragione, questo è.

E' stata la dimostrazione di come si sia colto in pieno il senso della manifestazione, in gioco ci sono beni troppo importanti che hanno a che fare direttamente con la persona umana. Ed è stata la prima protesta “comunitaria” che ha evidenziato grande compattezza ad ogni latitudine. E correttezza. Dalla semplicità, determinazione e concretezza di chi lavora la terra c'è sempre da imparare. Se n'è accorta (anche) la politica: che sia consapevole di avere di fronte un interlocutore che, abituato a soffrire, non fa sconti.
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«Chiunque riesca a far crescere due spighe di grano o due fili d’erba dove ne cresceva uno solo, rende un servizio al suo Paese e all’umanità, tanto più grande dell’intera progenie dei politicanti messi insieme». (Jonathan Swift)

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