Abbattimenti, la fronda contro Natale: ci ha traditi

Il sindaco: «Un bene confiscato alla camorra alla famiglia sfrattata».

Renato Natale al Comune
Renato Natale al Comune
Marilu Mustodi Marilù Musto
Mercoledì 1 Febbraio 2023, 08:16 - Ultimo agg. 16:32
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«Abbattere la casa abusiva» è la frase diventata, a Casal di Principe, un leitmotiv, un ritornello, una sentenza. Ieri, le ruspe sono entrate di nuovo in azione a Casal di Principe per gettare a terra un immobile dichiarato abusivo con sentenza definitiva. C'è, però, un «ma»: in quella casa vivevano due famiglie. Ancora una volta è il sindaco Renato Natale a finire nel mirino dei cittadini che si sono sentiti «traditi» dall'amministrazione che non li avrebbe difesi abbastanza. «È un argomento delicato», spiega Carmine Fontana dell'opposizione in Consiglio Comunale. «Le persone, però, hanno bisogno di risposte. Questa di Natale è un'amministrazione che c'è da otto anni, quindi il tempo c'è stato per prevedere una soluzione. Eppure, non è stata presa, chiederemo lumi alla maggioranza».

La verità del primo cittadino è un'altra: «Avevamo presentato un progetto di legge e con Mara Carfagna si doveva passare alla fase legislativa, ma tutto si è bloccato con la caduta del Governo Draghi», spiega adesso il sindaco Natale. «Ora, bisogna trovare un capro espiatorio e i cittadini hanno trovato me - continua - eppure, la nostra proposta era quella di acquisire le case abusive a patrimonio comunale per poi utilizzarle per il fabbisogno abitativo a Casal di Principe».

Ma mentre il vecchio governo si perdeva nell'abisso dei propositi, è arrivato il nuovo governo Meloni. «Ho contattato i parlamentari Gimmi Cangiano di Fratelli d'Italia e Gianpiero Zinzi della Lega - continua Natale - ho chiesto a loro di girare i documenti al ministro dell'Interno, Piantedosi, nel tentativo di un ragionamento».

Intanto, mentre le acque si smuovono a Roma, a Casal di Principe sta crollando l'abitazione abusiva in cui vivevano anche dei bambini.

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In realtà, da giorni gli inquilini dello stabile situato in via Giacosa, criticano e minacciano Natale. «Sei tu il colpevole, dovevi avere più coraggio, avevi il potere di fare qualcosa ma non lo hai fatto, vieni a metterci la faccia», queste le accuse scagliate verso un sindaco che ha l'obbligo per legge di dar seguito alle ordinanze giudiziarie di demolizione, ma che pure negli ultimi anni si è battuto, anche da solo e sfidando la diffidenza politica, contro gli abbattimenti delle prime case, come ce ne sono a migliaia a Casal di Principe, situate in una zona senza alcun vincolo, che sia idrogeologico, paesaggistico o sismico, ed edificate decenni fa in un periodo in cui mancavano piani regolatori o altri strumenti urbanistici pubblici, e in cui la camorra casalese comandava il territorio scegliendo sindaci e assessori.

Oggi non è più così, Casale è una città rinata e quasi libera da quella criminalità, eppure sempre prigioniera di quel periodo di illegalità: sono oltre 1.300 a Casal di Principe le case edificate allora e dichiarate abusive con sentenza passata in giudicato e oggetto di ordinanza comunale di demolizione, 260 quelle per cui c'è un ordine di abbattimento giudiziario, che dunque vanno demolite senza se e senza ma. «Non posso che applicare la legge», dice Natale, che però non se la prende con le famiglie che perderanno la casa. «Li capisco - dice - non possono che prendersela con il sindaco, che è l'istituzione a loro più vicina. Il mio sconforto non è per la loro rabbia, che giustifico, ma per non essere riuscito a risolvere la questione. E ciò che non giustifico è la scarsa attenzione della politica nazionale».

«Abbiamo messo a disposizione un bene confiscato alla camorra alla famiglia sfrattata - conclude il sindaco - ma i componenti del nucleo familiare ci hanno detto che preferivano una soluzione diversa». Nei prossimi giorni è atteso il punto di vista dell'opposizione.
 

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