Carabiniere accusato di falso dal collega, assolto dopo 8 anni: lacrime in aula

I fatti del 2015 sono stati portati in aula in tribunale ma erano privi di riscontri

Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere
Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere
di Marilù Musto
Mercoledì 5 Luglio 2023, 17:55 - Ultimo agg. 6 Luglio, 09:55
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Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha assolto il brigadiere dei carabinieri Giuseppe Fiorillo, militare in servizio qualche anno fa nell’aliquota radiomobile della compagnia carabinieri di Marcianise. Era stato accusato di falsità in atto pubblico. La vicenda risale a ottobre 2015 quando, dopo una segnalazione di sospetto tentativo di furto in un'abitazione nel comune di Gricignano di Aversa, l’aliquota radiomobile di Marcianise era intervenuta per redigere il verbale. Il procedimento penale nacque da un’annotazione di servizio dell’appuntato R. C. in cui accusava il collega Fiorillo di aver redatto una relazione falsa, descrivendo le fasi salienti dell’intervento effettuato. La sera del 18 ottobre 2015, terminate le operazioni di controllo su una Fiat Punto, i militari ne prelevavano la targa posteriore, perché appartenente a un’altra autovettura. Rientrando in ufficio a Marcianise, improvvisamente - stando al racconto del collega - Fiorillo avrebbe lanciato dal finestrino la targa. Per questo motivo i due militari ebbero una discussione animata e Fiorillo gli avrebbe riferito che quella targa costituiva solo una perdita di tempo per l’ufficio.

Il giorno dopo R. C. sarebbe tornato posto dove la targa era stata buttata e l’avrebbe recuperata. Successivamente, era venuta fuori un'annotazione a firma dei due militari in cui non si parlava del ritrovamento della targa. La Procura di Santa Maria Capua Vetere, intanto, aveva iniziato a indagare sia R.C.

che Fiorillo per il reato di falso ideologico, ritenendo che il contenuto dell’annotazione fosse falso. Erano scattate subito dopo le perizie grafologiche: le indagini si conclusero con l’archiviazione del collega carabiniere mentre Fiorillo fu rinviato a giudizio.

Nel corso del processo non sono mancati colpi di scena, con i testi (quasi tutti carabinieri) che hanno manifestato amnesie che hanno però favorito la versione dell’imputato. Fiorillo - difeso dall'avvocato Walter Mancuso - ha dimostrato che il collega aveva inventato l'incredibile storia del lancio della targa dall’auto per mero spirito di vendetta. Infatti, precedentemente ai fatti, Fiorillo aveva segnalato ai suoi superiori il comportamento non ortodosso del carabiniere durante il servizio. Dopo una lunga istruttoria dibattimentale, il giudice sammaritano ha accolto la tesi difensiva e ha assolto l’imputato che, dopo un incubo durato 8 lunghi anni, è scoppiato a piangere in aula. Durante il processo nel tribunale di Santa Maria Capua Vetere il militare imputato ha chiesto di essere sottoposto a esame. L’accusa aveva chiesto la condanna alla pena di 1 anni di reclusione. Sulla base delle risultanze acquisite nel contraddittorio delle parti, il giudice ha deciso per  Fiorillo la fine di un incubo durato quasi 8 anni.
 

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