Casal di Principe, omicidio Turco: scatta condanna a 17 anni per l'assassino

Giuseppe era minorenne e morì in clinica: l’omicida è un 21enne marocchino

Piazza Villa
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di Biagio Salvati
Sabato 6 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 08:07
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Anass Saaoud, l’idraulico di 21 anni, di origini marocchine, accusato del delitto del 17 enne di Villa Literno Giuseppe Turco, ucciso con otto coltellate il 28 giugno dello scorso anno a Casal di Principe, è stato condannato a 17 anni di carcere. Il pubblico ministero Pia Sordetti ne aveva chiesti 17 e mezzo. Il processo si è svolto nel Palazzo di Giustizia di Napoli Nord, davanti al gup del tribunale Francesco Cirillo che è stato anche titolare delle indagini. Saooud, ora detenuto nel carcere di Viterbo dopo una presunta fuga dall’ospedale di Aversa dove era stato portato per un ricovero, aveva scelto di essere processato con rito abbreviato. Il 20enne, assistito dall’avvocatessa Mirella Baldascino, appena dopo l’arresto ammise le sue responsabilità davanti al gip Ilaria Giuliano chiarendo i passaggi contestati e formulando anche le scuse alla famiglia del 17enne di Villa Literno ucciso in piazza Villa.

Stando quanto chiarito dall’accusa, Anass Saaoud uccise Giuseppe Turco per una banale lite nata per gelosia.

La vittima era stata legata sentimentalmente a una ragazza che in quel periodo frequentava anche il marocchino. Tutto iniziò con un battibecco degenerato con alcune volgarità in una sorta di forte diverbio e purtroppo in una rissa con l’accoltellamento avvenuto all’esterno di un bar a piazza Villa a Casal di Principe. Turco morì poi in clinica. Subito dopo il ferimento mortale dovuto alla contesa amorosa, il 20enne fuggì, ma fu subito rintracciato grazie alle testimonianze dagli amici della vittima, i quali riferirono che già in passato i due si erano scontrati sui social per lo stesso motivo. Il luogo dove è avvenuto il delitto, già teatro di altri episodi di violenza in passato, è controllato da alcuni sistemi di videosorveglianza, le cui immagini diedero un contributo rilevante agli inquirenti. Giuseppe Turco avrebbe compiuto 18 anni il prossimo ottobre.

La difesa dell’imputato, replicando alla richiesta di una pena esemplare avanzata dalla parte civile, rappresentata dall’avvocato Tammaro Diana, ha rimarcato che il suo assistito meritava una pena equa e non mediatica. Secondo la difesa, prima del delitto ci sarebbe stata una provocazione da parte della vittima e, anche sulla base delle intercettazioni in carcere fra Saaoud e la madre, è emerso che quella sera sarebbe uscito per andare a divertirsi senza alcuna intenzione di uccidere. Insomma, sarebbe stato un delitto dovuto all’ira senza il dolo che era contestato dall’accusa inizialmente. Dopo il delitto, ci fu anche una risposta sui social del vicepremier Salvini che si mostrò solidale con il padre della vittima, il quale aveva chiesto pubblicamente un intervento dello Stato nella zona.

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Agli atti del processo sono confluite i vari elementi di prova: testimonianze, relazione autoptica compresa di esami tossicologici (eseguiti anche sulla vittima) e molte intercettazioni eseguite nel carcere durante i colloqui tra il giovane assassino e la madre. Intercettazioni che hanno anche chiarito che non fu organizzata alcuna fuga dall’ospedale come diffuso all’epoca dalla polizia penitenziaria.

La parte civile ha ottenuto una provvisionale di 150mila euro complessivi a favore dei tre familiari oltre a un risarcimento da definirsi in sede civile. La motivazione sarà resa nota in 90 giorni: Saaoud – e questa è una scelta della difesa da intraprendere dopo il deposito della motivazione - potrebbe ottenere uno sconto di tre anni rinunciando al ricorso in Appello sulla base della recente legge Cartabia.

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