Caserta, affitti e vendita immobili: «Fare luce su 10 anni di gestione patrimoniale»

I due gruppi che fanno capo a Zinzi chiedono chiarezza

La piscina comunale di Caserta
La piscina comunale di Caserta
di Roberto Della Rocca
Domenica 7 Gennaio 2024, 11:00
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Sono stati commessi reati patrimoniali negli ultimi anni al Comune di Caserta? Ci sono esponenti politici che hanno acquisito proprietà comunali? E i dirigenti e i funzionari ne erano al corrente? Questi sono solo alcuni dei dubbi che i gruppi consiliari zinziani, Prima Caserta e Zinzi per Caserta, intendono sottoporre all'amministrazione comunale con una interrogazione destinata a far discutere. Il problema, come spiega Donato Aspromonte primo firmatario del documento, è la gestione dei beni patrimoniali comunali in questo decennio di dissesto contabile e difficoltà economiche, e l'interrogazione del centrodestra punta a fare chiarezza su tutti i dubbi che riguardano la gestione delle proprietà di Palazzo Castropignano. C'è il tema dei fitti dei locali di proprietà comunale, che saltuariamente viene riproposto ribadendo l'esigenza di aumentare gli incassi dell'Ente, e c'è quello delle alienazioni dei beni immobili ma anche quello, si legge nell'interrogazione, degli «esponenti politici che hanno acquisito proprietà pubbliche» e di cui si vuole conoscere l'identità. Accanto al problema degli sprechi e degli errori fa capolino, nel testo elaborato dalla minoranza, quello delle responsabilità dei tecnici. 

Nella interrogazione ci sono riferimenti agli obblighi di denuncia degli illeciti contabili da parte dei dirigenti e dei funzionari della pubblica amministrazione e sulle responsabilità giuridiche dell'eventuale omessa denuncia.

Chiaro l'obiettivo esplicitato nel testo che sottolinea «la finalità costruttiva e propositiva di ripristinare al più presto la legalità nell'amministrazione». L'interrogazione degli zinziani ha maggiore valenza politica che pratica visto che, con il dissesto ancora aperto, tutta la gestione contabile fino al 2018 è affidata nelle mani dell'organismo straordinario di liquidazione che ha già respinto negli scorsi anni, istanze di approfondimento arrivate dai gruppi consiliari. «Sappiamo bene che sarà difficile prendere visione della documentazione fino a quando non si chiuderà il dissesto ma è necessario cominciare a discutere di quanto fatto dal 2018 - sostiene Aspromonte - se ci sono stati due dissesti è evidente che c'è stata una mala gestio da parte dell'amministrazione comunale. È mai possibile che dal 2011 non si sia mai riusciti a fare chiarezza sulle responsabilità di chi ha governato questa città? Dopo dodici anni non siamo riusciti a fare un bilancio serio sulla gestione del patrimonio comunale. Non è stata fatta chiarezza sugli immobili concessi in fitto, come quelli nell'area della biblioteca comunale, e non sappiamo chi sono gli esponenti politici cittadini (e a quale prezzo) che hanno inglobato pezzi del patrimonio pubblico casertano mentre tecnici e funzionari - continua - non offrono, a consiglieri e commissioni, le spiegazioni richieste su evidenti anomalie gestionali. Non sappiamo ancora per quanto tempo i casertani saranno costretti a pagare le tasse più alte del paese. Negli ultimi due anni abbiamo sentito più volte che nel giro di pochi mesi si sarebbe usciti dal dissesto ma ad oggi - conclude - non sembra essersi compiuto alcun miracolo visto che a pagare le spese sono sempre e soltanto i cittadini». 

Ai dubbi del centrodestra è pronta a rispondere la maggioranza con il consigliere di Italia Viva, Roberto Peluso, che respinge l'idea di reati patrimoniali commessi a Palazzo Castropignano nel silenzio dei funzionari. «È bene chiarire che la gestione del patrimonio comunale, sia per quanto riguarda quello alienato o da alienare, che per quello destinato ai fitti, è una competenza esclusiva e riservata dei tecnici dell'amministrazione. La politica, tramite Consiglio e Giunta fornisce l'indirizzo sulla gestione ma tutti gli atti sono responsabilità degli uffici. Anche per il mio gruppo politico e per la maggioranza, l'obiettivo principale dell'azione amministrativa deve essere quello di valorizzare il patrimonio come dimostra la gestione attuata in questi ultimi anni», dice Peluso che ricorre all'esempio della piscina Dennerlein di corso Giannone per smentire i sospetti di scarsa attenzione nella gestione del patrimonio. «Il caso della piscina comunale è emblematico, nonostante la mancata riscossione dei canoni non ci sono stati reati patrimoniali perché gli uffici, dopo aver ottenuto lo sfratto della società, hanno avviato l'iter burocratico per recuperare le somme non versate. L'augurio che ci facciamo tutti - conclude Peluso - è quello di ottimizzare sempre di più la buona gestione della città». 

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