«Conosco i disagi e le lamentele degli abitanti di Casertavecchia. Ma i problemi che affliggono il Borgo non dureranno ancora per molto. Stanno, infatti, per partire i cantieri finalizzati alla riqualificazione della pavimentazione e dell'impianto di pubblica illuminazione in via del Seggio, nella piazza San Rocco e il rifacimento completo dell'area della pineta». Parola del sindaco Carlo Marino che, interpellato sulle condizioni di trascuratezza in cui ancora versa l'antica contrada e sulla questione del Duomo aperto "a singhiozzo", spiega che ormai i finanziamenti ci sono, quelli del Pnrr, e le scadenze pure.
«Entro la fine di settembre dovranno partire i cantieri, pena la perdita dei fondi che abbiamo a disposizione.
A questo proposito era stata avanzata anche una proposta dagli stessi abitanti. «Ci rendiamo conto delle difficoltà e saremmo anche disposti ad occuparci noi, in modo volontaristico e a rotazione, dell'apertura del Duomo, pur di non far trovare quelle porte sbarrate», va dicendo da tempo Michele Della Valle, proprietario di un b&b situato in centro e fra i più attivi operatori della zona. Una soluzione, certo transitoria, finché non se ne trovi una più efficace e definitiva, rimasta senza risposta.
Intanto, il tempo stringe: ormai la primavera è arrivata e il Borgo medievale sarà sempre più spesso meta di centinaia di visitatori che si aspetterebbero un contesto più accogliente. Invece, nulla cambia. Come se Casertavecchia fosse afflitta da un'aura sonnacchiosa che tutto rallenta e nulla muta. Una storia infinita e irrisolta, la sua, vestigia di un passato glorioso e di un presente vergognoso. Decine e decine di volte, si è denunciato il problema dei parcheggi selvaggi sia nella piazza Duomo (un colpo d'occhio che offende la sacralità del luogo) che lungo la stradina che costeggia la cattedrale e giù, continuando, fino ad arrivare quasi all'arco che si apre sul piccolo belvedere dal quale si guarda la città. Un belvedere per pochi, si potrebbe sottolineare, visto che l'area delimitata, da un lato, dalla ringhiera e, dall'altro, da alcune fioriere è, ormai, completamente occupata dai tavolini e dalle sedie del ristorante adiacente. Che, peraltro, ha lasciato solo uno stretto passaggio per le auto. E, manco a dirlo, immediatamente accanto a quello occupato dai tavolini e dalle sedie, c'è un altro piccolo slargo diventato, anche questo, un parcheggio. Eppure tutto il Borgo è a traffico limitato, con tanto di divieto di accesso e di transito e videosorveglianza. Dispositivi che, evidentemente, nessuno rispetta.
Più volte, comunque, gli abitanti hanno dato la propria disponibilità a rimuovere le auto dalle zone in questione, ma in cambio di spazi per la sosta regolarmente assegnati. Una soluzione, ancora negata, che sarebbe già un segnale di volontà di cambiamento. Così, l'atmosfera e l'allure che potrebbero caratterizzare il Borgo, continuano ad essere deturpati non solo dalle macchine parcheggiate ovunque, ma anche dalle antenne, dalle insegne assolutamente "fuori contesto", dai rovi ed erbacce cresciute lungo il percorso che porta al castello e ai bordi delle stradine, da inquietanti "pizzaioli di latta", monumento al cattivo gusto che dovrebbe invitare ad accedere in questo o quel locale, e, dulcis in fundo, la "paposcia di Casertavecchia", sorta di pizza-calzone pubblicizzata in pieno centro, tracce di un marketing gastronomico che danno il senso e il segno del livello turistico cui si tende.