Castel Volturno, il tartufo bianco della pineta cerca il marchio Pat

Al via l'iter per il riconoscimento del prodotto

Il tartufo bianco di Castel Volturno
Il tartufo bianco di Castel Volturno
Giovedì 13 Aprile 2023, 08:25
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«A Castel Volturno ci sono i tartufi e si sta lavorando per affidargli anche un marchio ufficiale di tutela e di qualità». A parlare è Agnese Rinaldi, funzionaria della Regione Campania, componente della commissione funghi e tartufi, che ha reso noto l'avvio di un progetto di rivalutazione e inserimento del tartufo bianchetto di Castel Volturno tra i prodotti tradizionali, certificati e ufficializzati da uno specifico marchio di garanzia e tutela, il Pat (acronimo di prodotto agricolo tradizionale). Il progetto è in capo all'assessorato regionale all'Agricoltura guidato da Nicola Caputo, con la collaborazione di Assotartufai Campania, presieduta dal Noemi Iuorio, dell'associazione Domizia, con la vicepresidente Leda Tonziello come referente, del micologo Michele Caputo, specializzato in progettazione e realizzazione delle piante micorizzate, del vivaio di Eboli della Regione Campania, diretto dal Pasquale Santalucia, e del consigliere comunale castellano Giuseppe Scialla.


Che dalla pineta domiziana si raccogliesse il prelibato tubero era risaputo già da almeno un trentennio. Ma l'attività era sempre stata svolta in maniera più o meno illegale, o quanto meno non controllata. Su impulso delle associazioni, la politica ha così deciso di avviare il processo della raccolta del tartufo domiziano in un alveo di legalità e controllo, anche per tutelare e valorizzare il prodotto e il suo territorio. Partito l'iter ufficiale lo scorso anno, raccogliendo testimonianze certe della presenza del tartufo a Castel Volturno, i funzionari della Regione Campania hanno trovato la pistola fumante la scorsa settimana durante una ricognizione specifica sul territorio. Per l'esattezza a trovare il tartufo è stata Zaira, una bellissima cagnolina, della razza Lagotto romagnolo, guidata dal suo raccoglitore di tartufo iscritto allo specifico albo.

Poco dopo la passeggiata in pineta, Zaira ha iniziato a scodinzolare ai piedi di un pino. Qui il suo padrone ha scavato con una piccola zappa e dopo pochi centimetri è venuta alla luce la pepita bianca, fra la soddisfazione collettiva dei presenti ma anche di tutto il litorale domizio.


Perché il tartufo se gestito con professionalità e oculatezza può essere volano di sviluppo economico di forte impatto sociale. Peraltro, la pineta di Castel Volturno è oggetto da un paio d'anni di una bonifica e di una vera e propria rigenerazione. Un pericoloso parassita cinque anni fa circa l'ha attaccata e in alcuni punti ha causato la morte del novantacinque per cento dei suoi alberi. Con uno specifico bando la Regione Campani ha avviato la sua rigenerazione, che nel giro di pochi anni la trasformerà in un bosco mediterraneo. Al posto dei pini marittimi seccati, infatti, è in corso la piantumazione di otto diverse specie alboree, tutte resistenti al clima costiero dell'area, fra cui lecci e pini d'aleppo.

«E nella rigenerazione del polmone verde della Domiziana rassicura la funzinaria Agnese Rinaldi - ci sarà spazio anche per il recupero del potenziale tartufigeno di quest'area, attraverso la messa a dimora di piante micorrizzate con il tuber borchii. Ovviamente la micorrizzazione è un processo estremamente delicato, che richiede che si creino determinate condizioni biotiche dal punto di vista ambientale. Necessita di relazione tra la pianta e la spora dal tartufo, per cui si avrà sicuramente la necessità di un assestamento per qualche anno, dopodiché ci aspettiamo che da qui a cinque anni le piante possano entrare in produzione e quindi ricontribuire ulteriormente ad una valorizzazione, attraverso delle tartufaie coltivate e controllate dell'intera zona». Insomma, Castel Volturno, con la regia delle istituzioni e il coinvolgimento di associazioni, operatori economici e la società civile in generale, si candida a diventare una delle patrie del tartufo. Finalmente una buona notizia, decisamente saporita.
 

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