Convento del Carmine ad Aversa, missione restauro: «Intervenga il ministero»

Ordinanza firmata dal commissario: lavori entro 15 giorni per evitare crolli

Convento, missione restauro «Intervenga il ministero»
Convento, missione restauro «Intervenga il ministero»
di Nicola Rosselli
Mercoledì 6 Marzo 2024, 09:33 - Ultimo agg. 19:21
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Quindici giorni per mettere in sicurezza ed evitare potenziali pericoli per la collettività: al centro di questo intervento c'è l'ex convento del Carmine in via Abenavolo, sequestrato per inagibilità il 6 febbraio scorso dopo un sopralluogo, voluto dalla Procura del tribunale di Napoli Nord, di carabinieri, vigili del fuoco e sovrintendenza. Questo è il succo dell'ordinanza, sottoscritta dal subcommissario prefettizio al Comune di Aversa Eugenio Riccardelli, che il rappresentante del ministero della giustizia, ossia il ministro Nordio, si è visto notificare. In pratica, è lo stesso atto che un paio di settimane fa era stato inviato alla Diocesi di Aversa, nella persona del vescovo Angelo Spinillo, in relazione alla messa in sicurezza della annessa chiesa del Carmine.

Il ministero della giustizia, come si legge nello stesso atto del comune di Aversa, aveva ricevuto il convento dal ministero delle Finanze perché interessato da un progetto dell'allora ministro Bonafede che non è mai partito.

Il complesso doveva essere messo al servizio del tribunale di Napoli nord per ospitare la Procura della Repubblica. Progetto rimasto completamente disatteso con il ministero della Giustizia che ha continuato a fare quanto faceva il precedente proprietario, ossia nulla, per cui si prospetta il paradosso che la Procura possa indagare sull'operato del ministero dal quale dipende.

Qualche settimana prima del sequestro un gruppo di volontari, che già ha curato la riapertura della monumentale chiesa di San Domenico, alla luce del sole e a proprie spese, pubblicizzando anche la raccolta di materiale edilizio necessario sui social, l'aveva ripulita dalle montagne di guano. Probabilmente è stata proprio questa azione a dar fastidio a qualcuno che ha segnalato la circostanza alla Procura aversana. I vigili del fuoco intervenuti hanno eseguito una verifica congiunta con l'ufficio tecnico comunale, Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio di Caserta, Diocesi di Aversa, carabinieri di Aversa e polizia locale. L'accesso alla chiesa è stato possibile solo dopo il taglio della catena e del lucchetto apposti sul cancello e sul portone d'ingresso. Dal sopralluogo è emerso che la facciata principale in tufo «presenta un quadro fessurativo importante con vistose lesioni passanti».

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All'interno della chiesa erano presenti materiali edili e attrezzature di lavoro. Si è accertato che «l'edifico sacro versa in uno stato di degrado e fatiscenza generalizzata, si evidenziano lavori di consolidamento strutturali pregressi, all'abside e all'arco trionfale, come appreso successivi al sisma del 1980; visibile una lesione in chiave della volta centrale e vistosi segni di infiltrazioni d'acqua. L'edificio dell'ex convento, ubicato sul lato sinistro della chiesa, di proprietà demaniale ramo giustizia, per la parte accessibile dal campanile si presentava privo di infissi esterni e protezioni anti-caduta, solaio intermedio crollato e solaio ligneo di copertura pericolante con segni d'infiltrazione d'acqua meteorica». Dall'urbanista Alberto Coppola, docente del dipartimento di Architettura della Federico II, giunge il suggerimento di una possibile idea per recuperare il convento riconvertendolo in alloggi per studenti a servizio delle due facoltà di architettura e ingegneria. Nei giorni scorsi, infatti, è stata pubblicata una previsione normativa che consente, con il Pnrr, il cambio di destinazione d'uso degli immobili interessati con una Scia. Sarebbe, però, necessario un accordo tra ministero e Regione Campania che, attraverso la ex Adisu, gestisce gli alloggi per studenti universitari.

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