Crac finanziario al Comune di Piedimonte Matese: ex sindaco Cappello e tecnici nel mirino

Il caso del deficit a Piedimonte Matese

Il Comune di Piedimonte Matese
Il Comune di Piedimonte Matese
Marilu Mustodi Marilù Musto
Venerdì 19 Gennaio 2024, 16:41 - Ultimo agg. 20 Gennaio, 09:28
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Un buco di 19 milioni di euro al Comune di Piedimonte Matese. Dentro al vortice, sono finiti i cittadini pedemontani. Per i giudici della Corte dei Conti - Capaldo e Miranda - dovranno spiegare come questo “buco” si sia allargato tanto da includere 5 persone: l’ex sindaco di Piedimonte, Vincenzo Cappello, l’ex presidente del consiglio comunale Benedetto Maria Iannitti e i due revisori dei conti Luciano Bloisi e Antonio Cervo.

Tutti, sono stati invitati a dedurre per spiegare perchè non si è fatto nulla per recuperare la somma sottoforma di tasse ai cittadini.

In sostanza, il 31 dicembre del 2019 il bilancio si era chiuso con una massa passiva. Ma cosa avrebbero fatto gli amministratori e i tecnici per arrivare a ciò? Nulla, per i magistrati. Anzi, per la guardia di finanza di Caserta non avrebbero applicato la spending review per ridurre gli sprechi e apportare miglioramenti al bilancio, ma avrebbero speso altri fondi. L’indagine delle fiamme gialle (coordinate dal colonnello Nicola Sportelli) sono iniziate con lo screening di atti, come i residui attivi, gli oneri di urbanizzazione e la riscossione delle imposte. Pochi, stando alla contestazione, erano state le azioni di contrasto all’evasione di intere sacche di cittadini che non pagavano le tasse locali. Se ci fosse stato il pugno duro, probabilmente non si sarebbe gunti a 19 milioni di debiti del Comune.

Così, ieri, la guardia di finanza di Piedimonte Matese guidata dal sottotenente Pasquale De Ruosi, su delega della Procura della Corte dei Conti Campania, con a capo il procuratore regionale Antonio Giuseppone - ha notificato cinque inviti a dedurre. La Procura sanziona chi ha fatto “fallire” il Comune chiedendo che vengano comminate le sanzioni previste dalla legge e cioè, oltre a quella pecuniaria, l’incandidabilità, per dieci anni, alle cariche politiche. Per i pubblici ministeri contabili, i responsabili dell’ampliamento del default sarebbero i cinque. Da questo momento in poi, il sindaco e gli altri, con i loro avvocati, potranno rispondere alle accuse e “giustificarsi” davanti ai magistrati che decideranno poi se proseguire le indagini - chiedendo la restituzione di parte dei 19 milioni ai cinque - oppure archiviare l’inchiesta.

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