Un buco di 19 milioni di euro al Comune di Piedimonte Matese. Dentro al vortice, sono finiti i cittadini pedemontani. Per i giudici della Corte dei Conti - Capaldo e Miranda - dovranno spiegare come questo “buco” si sia allargato tanto da includere 5 persone: l’ex sindaco di Piedimonte, Vincenzo Cappello, l’ex presidente del consiglio comunale Benedetto Maria Iannitti e i due revisori dei conti Luciano Bloisi e Antonio Cervo.
Tutti, sono stati invitati a dedurre per spiegare perchè non si è fatto nulla per recuperare la somma sottoforma di tasse ai cittadini.
Così, ieri, la guardia di finanza di Piedimonte Matese guidata dal sottotenente Pasquale De Ruosi, su delega della Procura della Corte dei Conti Campania, con a capo il procuratore regionale Antonio Giuseppone - ha notificato cinque inviti a dedurre. La Procura sanziona chi ha fatto “fallire” il Comune chiedendo che vengano comminate le sanzioni previste dalla legge e cioè, oltre a quella pecuniaria, l’incandidabilità, per dieci anni, alle cariche politiche. Per i pubblici ministeri contabili, i responsabili dell’ampliamento del default sarebbero i cinque. Da questo momento in poi, il sindaco e gli altri, con i loro avvocati, potranno rispondere alle accuse e “giustificarsi” davanti ai magistrati che decideranno poi se proseguire le indagini - chiedendo la restituzione di parte dei 19 milioni ai cinque - oppure archiviare l’inchiesta.